Che fine hanno fatto le riforme costituzionali?

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Un’estate passata interamente attorno alla questione Berlusconi: il governo dorerà oppure avrà un autunno caldo? Le aperture dei giornali erano tutte dedicate a questo evento e al dubbio amletico sulla durata dell’esecutivo e sul gesto di responsabilità del Pdl che sostiene il governo delle grandi intese. Che tristezza: un’estate trascorsa a morderci le mani e tirati sul sospiro dell’uomo di Arcore.., mi sembra (penso) una esagerazione chela dice tanto sul nostro sistema. Se esiste una legge, applichiamola punto e basta, perché andare a cercare un cavillo per aggirarla e continuare a fare quello che si è fatto fino ad ora? Ma le grandi riforme il governo è riuscito a vararle? Perché non se ne parla più: ma i grillini non si erano impegnati nel cercare di ridurre il numero di parlamentari? non era in agenda il discorso di rivedere il finanziamento pubblico ai partiti? Qui si ha l’impressione che la crisi economica, la più grave che si stata vissuta dopo la seconda guerra mondiale, sia sopportata e vissuta soltanto da una classe sociale. E gli altri, ma soprattutto la casta, perché non si tocca? E si citano le persone, ex parlamentari che sono in pensione e che continuano a tenersi le poltrone più importanti e ben pagate (i giornali si sono occupati dell’onorevole Amato che ha la pensione di 31 mila euro al mese, alla faccia della crisi). Questi grossi problemi non ne ho sentito più parlare. Superfluo affrontare questo discorso perché non si approderà a nulla, meglio e più scontato e anche perché più facile parlare di Berlusconi che ha ricevuto questo verdetto delle Corte di Cassazione. E la riforma elettorale? Quando verrà ripresa e portata in aula? Perché, è bene saperlo, se andiamo a votare con questo sistema elettorale non si garantisce un governo stabile che sia in grado di governare almeno un anno. Tutto questo mi fa tristezza. E continua a influire sul carattere degli Italiani per gli osservatori esteri. Che ci dicono di essere dei fanfaroni, dei parolai, dei donnaioli e che pensano solo a corrompere, a inquinare le gare d’appalto per favorire gli amici; siamo italiani. Ma siamo anche italiani nell’operazione ciclopica di raddrizzare la nave Concordia al Giglio. E’ italiana la troupe che si occupa e gestisce il recupero. Come è italiano il comandante De falco che ordinò a Stettino di ritornare a bordo, lui che era sceso sulla scialuppa e si era messo in salvo, mentre a bordo c’erano ancora dei croceristi. Quale sarà l’Italia che vincerà? Io ho la mia preferenza, sto dalla parte di De Falco!.

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