Un mare vuoto è un mare morto!

Scegliere attentamente il pesce da consumare contribuisce a preservare la biodiversità marina

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Un mare vuoto è un mare morto!
Scegliere attentamente il pesce da consumare contribuisce a preservare la biodiversità marina

La scelta del pesce, da parte del consumatore, è molto importante. Sopratutto se consideriamo la faccenda in termini di sostenibilità e preservazione della biodiversità marina.

Informandoci bene su che pesce consumare e in quale periodo, potremmo così evitare l’estinzione delle specie ittiche più abusate.
A me, ad esempio, piace molto il tonno rosso, il merluzzo, la rana pescatrice, le vongole, le cozze, ogni tipo di crostaceo e quando sono in cerca di un buon ristorante di pesce a Napoli, ho sempre premura di chiedere il pescato del giorno e quindi ordinare sempre in base alla sostenibilità del momento.

A questo punto, non resta che da chiedersi: Quali sono i pesci che dimorano nei mari delle nostre coste? – e sopratutto – Quali specie scegliere, allora? Cosa ordinare al ristorante e quando ordinarlo?

Su questo, ci da una mano GreenPeace, mettendo a disposizione per noi un catalogo guida per i consumi ittici, in formato pdf e molto interessante, il quale ci aggiorna sulle specie ittiche del nostro mare Mediterraneo, quali consumare e in che periodo. (Il documento è reperibile qui http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2008/7/guida-consumi-ittici.pdf)

Selezionare attentamente il pesce del nostro mare aiuta a ridurre di non poco l’impatto ambientale.

 

 

La Lista rossa dell’Italia

Ci sono sicuramente alcune tipologie di pescato, o di produzione di acquacoltura, che dovrebbero essere immediatamente bandite dai mercati e dal consumo in Italia. E’ il caso di ripetere che per ognuna delle specie indicate possono esistere “eccezioni più sostenibili”: l’ obiettivo è far diventare ta li eccezioni la norma, anche se spesso una riduzione delle catture è comunque ormai una via obbligata per il recupero degli stock.

E’ ovvio, ma conviene ricordarlo, che non si dovrebbero assolutamente consumare prodotti come i datteri di mare (Lithophaga lithophaga) la cui vendita in Italia è vietata. Non vale nemmeno la pena di inserire queste specie nella lista rossa: se ve ne offrono o li trovate sul mercato, semplicemente chiamate le Autorità (Guardia Costiera, ecc…).

Tra le specie in condizioni critiche ci sono senza dubbio i grandi predatori d’alto mare: squali, tonni, pesce spada. Se i primi non sono oggetto specifico di mercato nel nostro paese, il consumo di tonno in scatola, quasi tutto tonno “pinna gialla” ( Thunnus albacares ), è tra i maggiori al mondo mentre è in aumento anche il consumo nazionale di tonno rosso (Thunnus thynnus) di solito fresco, ma anche in conserva.

Il “pinna gialla” è così diffuso in Italia che il tonno rosso venduto fresco viene spesso spacciato per pinna gialla (un nome noto ai consumatori…) a causa del colore degli scudetti gialli sul peduncolo caudale: il pinna gialla fresco è raro in Italia. La situazione peggior e è quella degli stock nell’Oceano Pacifico e Indiano.

Neanche lo stock dell’Atlantico è in buone condizioni, con un continuo declino dalla metà degli anni 50’ causato dal parallelo aumento dello sforzo di pesca.

Non solo i pescatori, ma anche i ristoranti di pesce dovranno dare l’esempio

Anche sui ristoranti di pesce grava la scelta giusta del pesce da mettere a disposizione per i piatti dei propri clienti. Infatti, chi ha un’attività di ristorazione è tenuto a informarsi su ciò che è possibile pescare (e quindi consumare e vendere) in base al periodo. Chi non rispetta questi divieti può subire sanzioni anche molto molto salate ed è inutile cercare di appellarsi all’incauto acquisto

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