Il dietrofront del governo francese sembra non bastare per placare la collera dei Gilet gialli.
Di fronte alle proteste dei cittadini, Parigi ha annunciato una moratoria di sei mesi sull’aumento delle accise sul carburante e sulle tariffe di gas e elettricità.
Il premier francese, Edouard Philippe, martedì (4 dicembre 2018), motivava così il clamoroso passo indietro:
“Se la maggioranza non è riuscita a convincere i francesi, vuol dire che dobbiamo cambiare qualcosa; bisogna essere ciechi e sordi per non sentire la rabbia della piazza. Nessuna tassa può mettere a repentaglio l’unità del Paese.
All’assemblea nazionale, sempre ieri, il premier francese ha tenuto un discorso molto articolato, l’opposizione non ha mancato di incalzarlo. Damien Abad dei Republicains:
“Se la vostra unica risposta, signor Primo ministro, è la sospensione delle tasse di Macron sui carburanti , allora non avete ancora realizzato la gravità della situazione. Lesue dichiarazioni oggi condannano il popolo francese a un rinvio di alcuni mesi ma quello che chiede non è la sospensione ma la cancellazione delle accise sul carburante. Signor Primo ministro è troppo poco, troppo poco, troppo tardi. ”
Da movimento di protesta contro il caro carburante a movimento anti Macron
Il movimento di protesta contro il caro carburante è diventato un movimento anti Macron.
“Mio padre era un minatore, ha lavorato duramente per tutta la vita, ha partecipato a maggio 1968. Sono fiera di dire che grazie al 68 abbiamo incrementato il nostro potere di acquisto.Macron deve ascoltarci, non ci stai ascoltando e in Francia c’è miseria “.
La paura è che la protesta possa coinvolgere altri settori della società. Gli studenti critici nei confronti delle riforme hanno già detto di unirsi al movimento mentre per il week-end i sindacati del trasporto pubblico hanno annunciato uno sciopero.