Ancora un giorno nel fuoco incrociato delle polemiche parlamentari per Theresa May, che mercoledì alla Camera dei comuni si è trovata nuovamente al centro di pesanti critiche da parte di alleati e oppositori, in seguito alla pubblicazione della relazione del Procuratore generale Jeffrey Cox, secondo il quale, se approvato, l’accordo attuale rischia di trattenere a tempo indeterminato il Regno Unito nell’orbita europea.
“Questa mattina – ha tuonato Ian Blackford del Partito nazionale scozzese – abbiamo visto i dettagli della consulenza legale che il governo ha cercato di nascondere. Signor Presidente, questo governo ha dato all’Irlanda del Nord un’adesione permanente al mercato unico e all’unione doganale”.
Il riferimento è alla contestata clausola di backstop, che sancisce la permanenza dell’Irlanda del nord nell’Unione doganale fino al raggiungimento di un accordo piû dettagliato. Si tratta di uno dei punti che il Procuratore generale ha descritto come critici nella relazione che May è accusata di aver voluto tener nascosta al pubblico.
Ma la Premier, pur messa di nuovo all’angolo, ha cercato di tenere il punto, ricordando alla camera che i dettagli del backstop erano ben noti. “Io stessa – ha risposto a Blackford – avevo detto in quest’Aula che non abbiamo alcun diritto di cancellare unilateralmente la clausola, e che non è intenzione di nessuna delle due parti ricorrere a quella clausla , o dovrebbe (B), che è pensata per essere null’altgro che una misura temporanea”.
Ma al netto della strenua difesa di May, il rischio è che la bozza concordata con Bruxelles non sopravviva a questa settimana di dibattito parlamentare. Al qual punto, in caso di bocciatura, le uniche opzioni resterebbero un nuovo referendum – un’ipotesi più volte smentita dalla Premier – o il cosiddetto no-deal, che avrebbe conseguenze disastrose sul piano economico