Il voto imminente del parlamento sulla bozza di intesa proposta dalla premier conservatrice Theresa May, potrebbe realisticamente rivelarsi una bocciatura, riportando di nuovo sul tavolo due opzioni: quella di una uscita senza accordo e quella di un nuovo referendum.
Entrambe le ipotesi non piacciono al ministro degli Esteri britannico Hunt, ieri in visita a Singapore: “Non dobbiamo dimenticare che una Brexit senza intesa porterebbe a un isolamento, almeno per un certo tempo. Ma anche se c’è chi crede che la Gran Bretagna possa prosperare a prescindere dal grado di isolamento, non è questo qualcosa che un governo possa augurare ai suoi cittadini. D’altro canto, un secondo referendum sarebbe incredibilmente dannoso in diverse maniere, perché noi siamo una democrazia e dobbiamo reallizzare la volontà popolare”
L’ipotesi di un secondo referendum è al centro del dibattito interno ai laburisti di Jeremy Corbyn, soprattutto dopo che un sondaggio ha rivelato che tra chi dichiara di voler votare a sinistra il 70% auspica una nuova consultazione popolare.
Lo scenario di una Brexit senza intese esporrebbe il governo a critiche ulteriori per gli intensi preparativi destinati a restare sulla carta. Come, potrebbe essere, il caso di un lucroso contratto con una nuova compagnia per i traghettamenti sulla Manica, appena stipulato con una società che a oggi non possiede alcuna nave.