L’Assemblea nazionale venezuelana, organo in cui hanno la maggioranza i partiti di opposizione, ha deciso lo scorso 22 gennaio di assumere i poteri del ramo esecutivo. Il giorno dopo, il suo presidente, Juan Guaidó, ha prestato giuramento come presidente del Paese.
Secondo l’organo rappresentativo, questo atto, pronunciato davanti ad una folla oceanica e che ha ricevuto il sostegno di una parte significativa della comunità internazionale guidata dagli Stati Uniti, ha valore giuridico. Tuttavia, né Nicolas Maduro né l’Assemblea Nazionale Costituente né la Corte Suprema di Giustizia la pensano così. Questa radicale divergenza di vedute sta creando uno scontro esplosivo tra i diversi poteri dello Stato venezuelano e ha già causato decine di vittime tra le strade di Caracas.
Diversi esperti venezuelani di diritto costituzionale hanno spiegato a Euronews il contesto giuridico entro cui stanno facendo le proprie mosse i principali attori di questa intricata vicenda.
Che cosa dice l’Assemblea nazionale?
L’organo a maggioranza anti-Maduro afferma di essere protetto dalla Costituzione del paese, in particolare dall’articolo 233 che prevede l’istituzione di un governo provvisorio, e dall’articolo 333, che ristabilisce la validità della costituzione stessa se considerate illegittime le elezioni del 20 maggio scorso in cui Maduro è stato rieletto.
Il primo dei due, il 233, stabilisce che “qualora si produca una assoluta mancanza di presidente eletto o presidenta eletta prima che entrino in carica, si terranno nuove elezioni (….). Mentre viene eletto ed entra in carica, il nuovo presidente/a sarà responsabile della presidenza dell’Assemblea nazionale”.
Inoltre, l’articolo 333 stabilisce che la costituzione “non perde la sua validità se cessa di essere osservata o tramite atto di forza o perché abrogata con altri mezzi da quelli ivi previsti”. In tale eventualità, ogni cittadino/a investito/a di autorità avrà il dovere di collaborare al ripristino della sua effettiva validità”.
La costituzione del Venezuela è stata alterata e modificata sia dall’Assemblea Nazionale Costituente che dalla Corte Suprema di Giustizia, entrambe però “illegittime”, aggiunge Cecilia Sosa, ex presidente della Corte Suprema di Giustizia venezuelana.
Tra le modifiche spicca l’elezione di un’Assemblea Nazionale Costituente in violazione della stessa Costituzione attuale: non è stato infatti indetto un referendum consultivo né sono stati tenuti in conto i registri elettorali per eleggerne i costituenti, indica a Euronews Benjamin Scharifker, rettore dell’Università Metropolitana ed ex rettore dell’Università Simón Bolívar.
La Corte Suprema di Giustizia viene definita illegittima dagli esperti perché la maggioranza dei suoi membri sono eletti in maniera “express” dalla precedente Assemblea Nazionale (a maggioranza chavista) nonostante l’opposizione abbia vinto a stragrande maggioranza le elezioni parlamentari del 2015.
“La precedente Assemblea (chavista) ha violato l’intero processo legale per la nomina dei giudici della Corte Suprema: hanno violato i termini e i requisiti stabiliti dalla legge”, secondo Ecarri. La legge venezuelana, continua l’esperto, stabilisce che la carica di magistrato è assegnata solo quando si soddisfano una serie di prerequisiti. Tra questi: essere stati professore universitario oltre che dottore in legge. La maggior parte di questi magistrati è stata aletta arbitrariamente, non soddisfano i requisiti e sono stati nominati al di fuori del periodo stabilito dalla legge”.
Perché Maduro è un “usurpatore”, a detta dell’Assemblea Nazionale
Le elezioni presidenziali del 2015 sono state indette dall’Assemblea Nazionale Costituente, organo parallelo all’Assemblea Nazionale creata dal governo di Nicolás Maduro nel 2017, che mira a sostituirsi al lavoro dell’Assemblea Nazionale, non riconosciuta a sua volta dalla Corte Suprema di Giustizia.
Né l’Unione europea né gli Stati Uniti, tra gli altri, riconoscono l’autorità dell’Assemblea nazionale costituente. Non solo: “anche le elezioni presidenziali del 2017 sono state incostituzionali”, affermano gli esperti contattati.
Il 20 maggio 2018, l’Assemblea Nazionale Costituente ha indetto le presidenziali “anticipandone la data e ponendo il veto a tutti i leader e ai partiti di opposizione”, spiega l’ex giudice Sosa.
Il potere elettorale venezuelano, al momento filogovernativo, ha proclamato Nicolás Maduro vincitore delle elezioni del 2018 e Presidente del Venezuela fino al 2025. Un risultato contestato dalla comunità internazionale.
Il 10 gennaio Maduro ha prestato giuramento presso la sede della Corte Suprema di Giustizia, anche se la costituzione stabilisce che l’inaugurazione debba aver luogo per tramite dell’Assemblea Nazionale (che, come detto, non riconosce Maduro come legittimo Presidente).
“Ha prestato giuramento davanti a un organo incostituzionale, che non è legittimato: questo rende il giuramento inutile e illegale”.
Ci sono due presidenti in Venezuela?
Juan Guaido “non si è autoproclamato presidente ad interim del Venezuela, è stato proclamato presidente dall’Assemblea: è in questi panni che ha assunto il ruolo di presidente della Repubblica fino alla convocazione delle prossime elezioni come stabilito nella Costituzione del 1999”, conclude Ecarri.
“Non abbiamo fatto altro che applicare la Costituzione, assumere le competenze che ci concede alla luce dell’usurpazione di potere che il Venezuela sta vivendo in tutti i settori, compresi quelli militari, e andare a libere elezioni di modo da andare avanti molto rapidamente per superare in modo definitivo questa crisi”, ha dichiarato Guaidó, che non ha escluso una futura amnistia per Maduro nel corso della sua prima intervista televisiva.
Che dice Maduro?
Tutti gli altri poteri statali hanno serrato le fila attorno al successore di Chávez e accusano Guaidó di aver orchestrato un colpo di stato con l’appoggio dell’amministrazione di Trump.
“Avverto il popolo venezuelano che è in corso un colpo di stato contro l’istituzionalità della nostra democrazia, contro la nostra Costituzione, contro il presidente Nicolás Maduro, il presidente legittimo”, ha detto il ministro della Difesa Vladimir Padrino ai giornalisti, accompagnato dai vertici militari.
“Nel nostro paese, ai posti di rappresentanza si accede per elezione popolare”, gli ha fatto eco Tibisay Lucena, a capo del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), leggendo una dichiarazione ai giornalisti.
Il CNE ha insistito sul fatto che il sistema di voto del paese è “trasparente, affidabile (e) rigorosamente verificabile in tutte le sue fasi”, ed è per questo che Maduro “esercita legittimamente” la presidenza.
“Non mi dimetterò mai”, ha reiterato Maduro nella sede del Tribunal Supremo de Justicia, dove ha inaugurato l’anno giudiziario.
“Respingiamo categoricamente le azioni illegali con cui si tenta di instaurare un governo parallelo nel nostro paese. Respingiamo con la massima fermezza possibile gli atti grossolani di ingerenza compiuti da governi stranieri”.