Quali reliquie e tesori di Notre-Dame si sono salvati dall’incendio

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Il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ieri sera ha ringraziato i pompieri e gli agenti per aver portato in salvo alcuni inestimabili tesori dalla basilica in fiamme con una “formidabile catena umana”. Ora alcuni dei cimeli sottratti alle fiamme si trovano in una sala del municipio di Parigi.

La corona di spine di Cristo, che secondo la tradizione veniva custodita a Notre-Dame e che è fra le sue reliquie più preziose, è in salvo, come confermato anche dal rettore della cattedrale, Patrick Chauvet. Si tratta della stessa corona che, secondo la tradizione, Cristo portò sulla testa lungo la salita al Calvario. Viene esposta proprio durante la Settimana Santa, che è cominciata proprio il 15 aprile, giorno dell’incendio, e ogni primo venerdì del mese, a ricordo della Passione. Questo oggetto era stato venduto nel 1239 al re di Francia san Luigi IX da Baldovino II, sovrano di Costantinopoli, che era pieno di debiti.

La cattedrale ospitava anche due altre reliquie della passione di Cristo: un pezzo della croce, contenuto in uno scrigno di cristallo, e chiodo, conservato in un reliquario. Entrambe potrebbero essere state tratte in salvo.

Nelle foto Reuters dalla marie di Parigi si vedono i set d’altare che comprendono croci, candelabri e delle poltrone.

 

Tra le opere salvate ci sono anche tra i dipinti: “La Vergine della Pietà” dipinta da Lubin Baugin, una “Vergine col Bambino” e “La Vergine Nera di Czestochowa”, proveniente dal più grande santuario mariano della Polonia e inaugurata nella cappella di San Germain nel dicembre 2018. La sagrestia non è stata toccata dalle fiamme. Gli elementi di oreficeria, considerati meno fragili e meno minacciati, sono stati lasciati in loco dai vigili del fuoco.

Dei tre organi di Notre-Dame, il più grande e importante – cinque tastiere, costruito a partire dal XV secolo – sarebbe pressoché intatto, anche se inutilizzabile a causa dei getti d’acqua. Salvi anche i tre rosoni di vetro che rappresentano i fiori del paradiso, secondo un giornalista della Marianne: i due principali, nord e sud, misurano 13 metri di diametro. Tuttavia è ancora presto per tirare conclusioni definitive in quanto è necessario stabilire con precisione il grado di danneggiamento di ciascuna opera.

Le statue che si sono salvate e il gallo che si è sciolto con le reliquie

Le dodici statue monumentali degli apostoli che ornavano il tetto di Notre-Dame sono sfuggite per poco al disastro e si trovano ora vicino a Périgueux per essere restaurate. Non ce l’ha fatta invece la flèche, la guglia che svettava fino a quasi cento metri da terra e di cui ora non rimane più nulla, e il gallo di rame che ne sormontava la cima e che conteneva tre reliquie.

Parigi: Notre Dame e le statue “volanti”

“Purtroppo il gallo si è sciolto”, ha deplorato Patrick Palem, ex direttore generale e attuale consulente di Socra, l’azienda di Marsac-sur-l’Isle (Dordogne) incaricata di restaurare i 12 apostoli e i quattro evangelisti di rame grigio-verde del XIX secolo. Il gallo della “freccia” avrebbe dovuto essere sganciato a giugno per raggiungere le statue negli atelier dell’azienda. Custodiva, secondo la Chiesa, reliquie di Sainte-Geneviève e Saint-Denis, nonché un frammento della corona di spine di Cristo, che si suppone protegga i parigini.

Il restauro delle sedici statue “è per il momento interrotto e rinviato, non è più la priorità”, ha aggiunto Palem, 40 anni, specialista di restauro del patrimonio, parlando con l’AFP. “La priorità è un progetto su larga scala, la ricostruzione e il rinnovamento di Notre-Dame che potrebbe durare tra i 15 e i 20 anni, per un costo probabile di diverse centinaia di milioni di euro”, ha stimato.

La rimozione delle sedici statue dalla guglia di Notre-Dame, che decoravano, aveva dato luogo, giovedì scorso, ad una spettacolare operazione di sollevamento nel cielo di Parigi.

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