Otto mesi dopo il loro primo incontro a Milano, e a tre settimane dalle elezioni europee, Matteo Salvini e Viktor Orbàn sono tornati a vedersi, stavolta in Ungheria. Il pretesto lo ha offerto un incontro bilaterale a livello dei ministri dell’Interno dedicato al contrasto dell’immigrazione, un tema che scalda gli elettori tanto del leghista italiano quanto del premier ungherese.
Dopo la visita, in elicottero, al muro di filo spinato eretto ai confini meridionali dell’Ungheria, Salvini ha affrontato con Orbàn anche temi politici, in vista di strategie ed eventuali alleanze al parlamento di Strasburgo. Pur attendendosi un grande balzo in avanti, nella prossima assemblea parlamentare dell’Unione, le formazioni sovraniste e populiste non hanno ancora deciso quale leadership darsi. Un tema che, contrariamente alla cordialità di facciata, mantiene ancora divisi e contrapposti Salvini e i suoi interlocutori europei: dall’ungherese Orbàn alla francese Marine Le Pen, allo spagnolo Santiago Abascal.
“Se il Partito Popolare Europeo dà ascolto alla sua ala sinistra si suicida e affonda”
Parola del primo ministro ungherese Viktor Orban. Nell’accogliere il vice primo ministro italiano Matteo Salvini in Ungheria, Orban ha definito il leader della Lega la figura più importante in Europa per “fermare la migrazione e trasformare l’Unione Europea”. Euronews ha intervistato il professor Stefano Bottoni dell’accademia Ungherese delle Scienze: “Viktor Orban non ha bisogno di partiti come l’Afd tedesco o il Rassemblement National in Francia perché, pur essendo importanti nella politica interna e potendo ottenere sempre più voti, probabilmente non diventeranno mai membri di coalizioni di governo. Orban, quindi, molto pragmaticamente, sta mettendo a punto una nuova agenda della politica europea, ha bisogno di poteri forti e ha identificato Matteo Salvini come uno di questi potenziali partner”.
“Orban – aggiunge Bottoni – vuole aiutare Matteo Salvini a diventare un vero protagonista europeo. Salvini è un attore molto forte della politica italiana, ma il suo peso europeo non sembra essere così importante come in patria”. Il partito di governo in Ungheria, Fidesz, preferirebbe rimanere nel Partito Popolare Europeo. Ma il primo ministro ha un piano, se i nazionalisti dovessero essere considerati troppo estremisti dopo le elezioni europee. “Il piano di Orban, a mio avviso, è piuttosto quello di formare in prospettiva una coalizione tra il Partito popolare europeo e la nuova destra europea, in cui Matteo Salvini, Strache (Heinz-Christian Strache, presidente del Partito della libertà austriaco), altri politici dell’Europa centro-orientale e forse dell’Europa occidentale giocheranno un ruolo importante – conclude Stefano Bottoni. Con 15-16 seggi, Orban e il suo partito potrebbero essere decisivi per i poplari e su questo punto Viktor Orban gioca la sua partita”.