I Conservatori di Theresa May sono i grandi sconfitti della tornata elettorale britannica per il rinnovo di circa 300 amministrazioni locali. I Tories pagano inevitabilmente la gestione della Brexit negli ultimi due anni. Ma neppure il partito labourista può sorridere.
“E’ un momento difficile per il nostro partito e queste elezioni ne sono il sintomo – è stato il commento della premier – Abbiamo il privilegio di gestire il partito in un periodo cruciale e la responsabilità di raggiungere un traguardo storico. Ma penso che il messaggio arrivato dalle elezioni di ieri, sia a noi sia al Labour, sia semplice: andate avanti e realizzate la Brexit“.
A livello locale i Tories si avviano a perdere oltre un migliaio di seggi su 8mila totali e il controllo di 30 consigli comunali. In calo di almeno 100 seggi anche il Labour party di Jeremy Corbyn.
“C’è una serie di ragioni per questo risultato – ha dichiarato – in alcuni casi legato a fattori locali e per altri in disaccordo con entrambi i partiti per la gestione dei rapporti con l’Unione europea. Noi siamo l’unico partito che cerca di difendere i cittadini, comunque abbiano votato nel 2016, difendendo i posti di lavoro e lavorando sulle condizioni di impiego nel Paese. E’ un impegno molto importante”.
Throughout the campaign, we have been putting forward our vision of a better society, and the need to end the austerity imposed on our communities by the Conservatives. #LocalElections2019 pic.twitter.com/4t246N1Bt1
— Jeremy Corbyn (@jeremycorbyn) 3 maggio 2019
I britannici hanno cambiato idea sulla Brexit?
Veri vincitori di questa elezione sono i liberal-democratici antibrexit di Vince Cable, che guadagnano la maggioranza in 10 consigli, sottraendoli principalmente al partito del primo ministro. Per loro è il miglior risultato dal 2003. Fra le formazioni europeiste sono andati bene anche i Verdi, mentre l’Ukip è in calo.
These are fantastic results today. The Liberal Democrats are now ready to fight the European elections as the strongest Remain party with our clear message: Stop Brexit.#RemainBacklash pic.twitter.com/73eRfh71e2
— Vince Cable (@vincecable) 3 maggio 2019
Non c’è però da illudersi su un ipotetica svolta europeista dei britannici. L’esito ha piuttosto premiato le formazioni che hanno avuto una politica più decisa e coerente sulla Brexit.
Infatti l’ex fondatore dell’Ukip Nigel Farage e il suo Brexit Party non erano della partita, ma alle ormai inevitabili elezioni europee sono per ora il primo partito. I sondaggi li danno al 30%, in vantaggio di ben 9 punti sul Labour.