Le proteste battono le armi.
Il cargo saudita Bahri Yanbu è ora in viaggio verso la Spagna, direzione il porto di Santander.
Da venerdi ha rinunciato all’attracco nel porto francese di Le Havre, in seguito alle proteste contro il carico di armi che avrebbe dovuto caricare.
Addirittura 8 carri armati con cannoni Caesar, di fabbricazione francese, svela il sito d’investigazione Disclose.
Indiscrezione smentita dall’Eliseo.
Le proteste delle organizzazioni internazionali
Da mercoledi scorso, la nave battente bandiera dell’Arabia Saudita, proveniente da Anversa e di passaggio nel Regno Unito, era ancorata al largo di Le Havre, nel nord della Francia.
Molte organizzazioni internazionali hanno protestato perchè, a loro avviso, quelle armi sarebbero state usate contro i civili dello Yemen.
Tra le organizzazione che hanno protestato: ACAT (Azione Cristiana per l’Abolizione della Tortura) e Action Sécurité Ethique Républicaines (ASER).
In prima fila anche Human Rights Watch, Amnesty International e l’Osservatorio degli Armamenti.
La difesa di Macron
Sull’argomento è intervenuto il presidente Emmanuel Macron; ha riconosciuto che “da parecchi anni, almeno cinque o sei, in base ai contratti firmati all’epoca, la Francia ha venduto armi agli Emirati Arabi e all’Arabia Saudita”.
Secondo il presidente, “l’essenziale delle armi che abbiamo venduto, sono utilizzate all’interno del paese o alla frontiera” e nella lotta dell’Arabia Saudita al terrorismo.
In aprile, un servizio di Euronews ha messo in luce il cosiddetto “business francese delle armi” in Yemen.