La guerra è senza esclusione di colpi: se Donald Trump fa la voce grossa, innalza i dazisull’import cinese e mette al bando il colosso tech Hauwei, dall’altra il presidente Xi Jinpingsi prepara a congelare le esportazioni di “terre rare”, i minerali difficilmente estraibili ma fondamentali per la produzione di superconduttori, microchip, cd, dvd, magneti, fibre ottiche laser e anche carte di credito. Una minaccia che può trasformarsi in un affondo decisivo, in considerazione del fatto che la Cina, nel 2018, ha prodotto oltre il 70 per cento delle “terre rare” estratte nel mondo.
Nei giorni scorsi Xi Jinping ha visitato il centro di produzione e trasformazione dei preziosi minerali vicino al villaggio di Tantou, luogo simbolo in Cina. Da Tantou, nel 1934, era partita la Lunga Marcia dei rivoluzionari di Mao, che combattevano contro Chiang Kai-shek. Un conflitto trasposto nell’attuale guerra commerciale con gli Stati Uniti, che segna una prima battuta d’arresto: a essere congelato, per adesso e fino ad agosto, è il bando anti Huawei, che sanciva il divieto per il gigante cinese di approvvigionarsi di componenti realizzate da fornitori americani.