Pià di 2mila persone sono morte affogate nel Mediterraneo nel 2018, secondo i dati che ha potuto raccogliere l’UNHCR, l’Agenzia Onu per i rifugiati. Per evitare altre vittime e supportare le operazioni di ricerca e salvataggio dei migranti in mare, ingegneri spagnoli stanno mettendo a punto un drone in collaborazione con la Ong Proactiva Open Arms.
“Si tratta di un drone ad ala fissa con telecamera che registra tutto ciò che sorvola. Quando scorge un’imbarcazione, il software rileva se è alla deriva e calcola la coordinate (longitudine e latitudine) con il GPS”, spiega Azamat Kinzyabaev, uno degli sviluppatori.
Il progetto si chiama FREEDA, promosso dalla Fondazione Hemav, un’organizzazione no-profit che si occupa di sviluppo tecnologico per scopi sociali, in collaborazione con gli studenti dell’Università Politecnica della Catalogna.