Grande commozione domenica ai funerali di Josè Antonio Reyes, ex giocatore di Siviglia e Arsenal, a Utrera, in Andalusia. Presenti anche tanti calciatori ed esponenti del mondo del pallone, oltre a tifosi rojiblancos, che hanno intonato l’inno del club. In precedenza, la camera ardente era stata allestita allo stadio Sanchez Pizjuan di Siviglia.
Polizia: Reyes viaggiava a 237 km/h
Intanto emergono dettagli sull’incidente mortale che ha coinvolto il 35enne spagnolo sabato. La Mercedes Brabus S550 da 380 CV guidata da Reyes stava viaggiando a 237 km/h in autostrada, dove il limite è a 120 km/h. Sembra che il calciatore non utilizzasse da mesi la vettura e che non avrebbe fatto controllare la giusta pressione dei pneumatici. Lo scoppio di una gomma avrebbe quindi mandato fuori strada l’auto, che ha terminato la propria corsa in fiamme a 200 metri dall’impatto col muretto laterale. Nell’incidente è deceduto anche un cugino 23enne del calciatore, mentre un altro cugino è ricoverato in ospedale in condizioni critiche, con ustioni gravi sul 60% del corpo.
? Desvelan el informe preliminar de la Guardia Civil sobre el accidente mortal de Reyes https://t.co/RTjX6dwB4y
— MARCA (@marca) 3 giugno 2019
Cañizares shock: “Non facciamo diventare Reyes un eroe”
Mentre tutti piangono l’ex nazionale, ha suscitato molte polemiche il tweet dell’ex portiere del Valencia, Santiago Cañizares.
Circular con exceso de velocidad es una actitud reprochable
En el accidente ha habido víctimas además del conductor
Reyes no merece un homenaje como si fuera un héroe
Pero eso no quita que lamente lo ocurrido y que rece por sus almas
Lo intolerable lo encuentro en quien se alegra— SANTIAGO CAÑIZARES ? (@santicanizares) 1 giugno 2019
“Circolare a velocità eccessiva – ha scritto – è un’attitudine riprovevole. Nell’incidente ci sono state altre vittime e ora Reyes non merita di essere omaggiato come se fosse stato un eroe“. Cañizares, insultato dagli internauti, ha poi aggiustato il tiro, precisando: “Intendevo solo condannare l’insensibilità della vicenda e invitare a riflettere su quanti errori facciamo”.