La nave Sea Watch rifiuta di approdare a Tripoli per sbarcare i 52 migranti soccorsi al largo delle coste libiche, come offerto, per la prima volta, dalle autorità del paese nordafricano.
Una scelta, quella di non sbarcare i migranti in Libia, che ha suscitato l’ira del ministro degli Interni, Matteo Salvini: “L’atteggiamento della SeaWatch sembra un vero e proprio sequestro di persona per motivi politici”.
SeaWatch non vuole portarli in Libia? Allora spieghi perché ha chiesto a Tripoli un porto sicuro. E perché, dopo la risposta positiva, ha atteso per ore davanti alla costa africana. https://t.co/rVHwt2pS4E
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 13 giugno 2019
Il porto libico, secondo la Ong, non è sicuro. Per questo la nave ha virato dapprima verso la Tunisia, per poi dirigersi decisamente verso Lampedusa, da cui la separavano un centinaio di miglia.
#SEAWATCH WON’T DISEMBARK SURVIVORS IN LIBYA – Tripoli is not a port of safety. It is a crime to forcibly return rescued people to a country at war, where they face unlawful imprisonment and torture. Italy promoting these atrocities and the #EU being complicit is outrageous. pic.twitter.com/kD7BQ6djEY
— Sea-Watch International (@seawatch_intl) 13 giugno 2019
Il governo di Roma ha appena approvato il nuovo decreto sicurezza che introduce multe fino a 50.000 euro per le navi che portano in Italia migranti salvati senza autorizzazione.
Per la Ong tedesca “riportare coattivamente le persone soccorse in un Paese in guerra, farle imprigionare e torturare, è un crimine”.