E’ una escalation che rischia di portare le tensioni sempre più alle stelle, di ora in ora, quelle fra l’Iran e gli Stati Uniti d’America e che coinvolgono inevitabilmente l’Unione Eurpea. Dopo l’abbattimento del drone americano, da parte dei Pasdaran iraniani, ad alcuni giorni dall’attacco alle petroliere nel Golfo, Donald Trump ferma la rappresaglia ormai pronta verso l’Iran a soli dieci minuti dal via (rappresaglia anticipata da un messaggio inviato all’Iran in cui Trump annunciava un imminente attacco come riferito dall’agenzia Reuters). Decisione alla quale gli USA erano arrivati e che lo stesso Trump aveva fatto intendere durante una conferenza stampa.
Il capo della Casa Bianca ha poi spiegato in un twit la decisione di fermare l’attacco verso l’Iran, perché le conseguenze sarebbero state troppo sproporzionate rispetto alla vicenda del drone: “La scorsa notte eravamo pronti a colpire tre diversi siti quando ho chiesto quante persone sarebbero morte. 150 persone è stata la risposta di un generale…)”.
Le tensioni nell’area persistevano da settimane. Stati Uniti e Iran si sono accusati a vicenda in questi giorni sull’attacco sferrato alle petroliere.
Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, intanto, a margine del vertice del Consiglio europeo che si tiene a Bruxelles, ha riferito sulla posizione degli europei in merito alla escalation in corso:
“Seguiamo la situazione da vicino e siamo molto preoccupati sugli sviluppi nel Golfo ma non abbiamo valutato ragioni pragmatiche per preparare delle risposte specifiche di noi europei. Penso che ci stiamo muovendo in maniera responsabile”.
Secondo media iraniani, il drone sarebbe stato abbattuto nella provincia meridionale di Hormozgan, in territorio iraniano da un missile 3 Khordad di produzione locale. Diversa la versione americana secondo la quale il drone sarebbe stato abbattuto nello spazio aereo internazionale sullo Stretto di Hormuz.
Le grandi compagnie aeree mondiali, nel frattempo, hanno modificato le proprie rotte: Lufthansa, British Airways, Klm e Qantas hanno annunciato che i loro aerei non sorvoleranno lo stretto di Hormuz ed il Golfo dell’Oman.
Il tenente generale Joseph Guastella, il massimo comandante della US Air Force in Medio Oriente, ha detto ai giornalisti che il drone è stato abbattuto a circa 34 km dalla costa iraniana.
Il Comando Centrale degli Stati Uniti ha poi pubblicato un tweet con una mappa della versione fornita da Guastella: si capisce la traiettoria del drone che si sarebbe trovato al di fuori delle acque territoriali iraniane. “E’ stato attacco non provocato a un velivolo Usa che non aveva violato lo spazio aereo iraniano in qualsiasi momento”, ha aggiunto.
Il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha detto su Twitter che l’aereo è decollato dagli Emirati Arabi Uniti “in modo furtivo e ha violato lo spazio aereo iraniano”. L’abbattimento del drone ha immediatamente fatto salire il livello della tensione, ricordando a tutti gli attori quanto alto il rischio di un conflitto militare tra Stati Uniti e Iran. Intanto il Presidente Trump persegue la politica della “massima pressione” contro l’Iran tra sansioni economiche e l’invio di forze militari usa nella regione.
Ma cerchiamo di capire quali sono state le diverse reazioni ai fatti.
STATI UNITI
Giovedì, Trump ha minimizzatoi fatti sostenendo si fosse trattato di un errore di manovra. “Avrebbe fatto un’enorme differenza – ha detto Trump dopo un incontro con il primo ministro canadese Justin Trudeau nello studio ovale- se il velivolo telecomandato fosse in realtà stato pilotato da un nostro uomo. Difficile credere che sia stato intenzionale”.
Allarme rosso per i Democratici al Congresso preoccupati dalle intenzioni di Trump. La speaker della Camera Nancy Pelosi ha puntato il dito contro la Casa Bianca, accusandola di “cercare la guerra con l’Iran. Trump dovrebbe fare tutto il possibile per ridimensionare la situazione”.
Anche in casa repubblicana si getta acqua sul fuoco nel tentativo di allentare la tensione: L’amministrazione impegnata in risposte misurate” ha detto ai giornalisti Mitch McConnell, leader della maggioranza al Senato.
IRAN
Giovedì, l’Iran ha definito le sanzioni “terrorismo economico”, ha insistito sul fatto che il drone ha sorvolato il suo spazio aereo e si è detto intenzionato a portare il caso di fronte lle Nazioni Unite per mostrare le prove che dimostrerebbero la menzogna statunitense e cioè che il drone stesse sorvolando lo spazio internazionale e sia poi caduto oltre le acque territoriali di Teheran.
L’ambasciatore iraniano delle Nazioni Unite, Majid Takht Ravanchi, ha dichiarato in una lettera al segretario generale dell’ONU che il drone è entrato nello spazio aereo iraniano nonostante “ripetuti avvertimenti radio” ed è stato abbattuto dall’Iran in virtu’ del diritto di autodifesa sancito dalla Carta dell’Onu in caso di attacco armato.
L’emittente iraniana di stato Irib riporta una dichiarazione della Guardia Rivoluzionaria iraniana secondo la quale il transponder di identificazione del drone sarebbe stato spento “in violazione delle regole dell’aviazione. I pasdaran aggiungono che “il velivolo si stava muovendo in assoluta segretezza” quando è stato abbattuto.
“Il nostro spazio aereo è la nostra linea rossa e l’Iran ha sempre risposto e continuerà a rispondere con forza a qualsiasi paese violi il nostro spazio aereo” ha detto Ali Shamkhani, segretario del Supremo consiglio di Sicurezza Nazionale all’agenzia di stampa iraniana Tasnim.
ARABIA SAUDITA
L’Arabia Saudita, il principale alleato di Washington nella regione del Golfo, ha dichiarato che l’Iran ha provocato una situazione che potrebbe avere gravi conseguenze con un comportamento che definisce “aggressivo”. Ryad si consulterà con gli altri Paesi del Golfo per discutere i primi passi da compiere.
L’inviato degli Stati Uniti per l’Iran ha incontrato venerdì il vice ministro della Difesa dell’Arabia Saudita, il principe Khalid bin Salman a Riyadh. In un tweet, il ministro ha detto di aver discusso delle recenti tensioni nella regione e ha affermato il sostegno dell’Arabia Saudita alla campagna statunitense di pressione sull’Iran.
UNIONE EUROPEA
La diplomazia di Bruxelles è più cauta e ritiene che siano necessari piu elementi per chiarire l’esatto quadro delle responsabilità. E intanto il prossimo 28 giugno i rappresentanti di Iran, Francia, Germania, Regno Uinto , Cina e Russia si incontreranno per cercare di trovare una strada che mantenga in vita l’accordo sul nucleare del 2015.