All’indomani del trionfo del progressista Ekrem Imamoglu al voto per il sindaco di Istanbul, il partito al potere, l’Akp incassa il colpo. Rifare le elezioni annullate per presunti brogli non ha portato bene al presidente Erdogan, che una volta disse: chi vince a Istanbul vince in Turchia e ora prova a ridimensionare la sconfitta.
“Si tratta di elezioni locali”, dice Harun Armagan, un dirigente del partito. “La gente ha votato in base a scelte locali, e interpretare questi risultati come se fossero elezioni politiche porterebbe a conclusioni sbagliate. Istanbul è più grande per popolazione di alcuni paesi europei, amministrarla è come governare uno stato. Ecco perchè Ekrem Imamoglu dovrà dare prova di sé.
“Proprio a causa di questa incalzante campagna di Erdogan, dalle capitali europee le elezioni si sono lette come una sfida personale. E questo è anche un punto su cui hanno fatto leva molti elettori di Istanbul e di altre grandi città, quando il 31 marzo si sono espressi contro il sistema di un-solo-uomo-al-comando”, spiega Marc Pierini, ex ambasciatore dell’Unione europea a Ankara.
Al di là delle dichiarazioni ufficiali, la vittoria di Imamoglu inquieta l’establishment al potere. Non sono pochi i turchi che ora vedono in lui l’uomo in grado di sfidare Erdogan alle presidenziali del 2023.