Difendere il multilateralismo, aumentare la fiducia nell’economia mondiale, ma anche prevenire i cambiamenti climatici, lottare e affrontare il nodo delle migrazioni e poi il terrorismo. Sono alcuni dei temi sul tavolo del G20 di Osaka in Giappone.
Un summit dove la priorità sarà comunque la guerra commerciale in corso tra Stati Uniti e Cina, questione che preoccupa Washington ma anche Unione europea e il Paese del Sol Levante, per l’impatto negativo che potrebbe avere sulla crescita globale.
Dalla riunione con il presidente Xi Jinping, Donald Trump spera di negoziare e di fare passi in avanti. Tuttavia esperti come David Henig, ex rappresentante commerciale del Regno Unito, e ora Direttore di ECIPE, sono dubbiosi sul fatto che potrebbe esserci una vera svolta.
Cina: contatti con Usa sui dazi
“Al Presidente Trump piace molto fare affari e accordi, ma, finora, non ha fatto abbastanza per trarre vanataggio per una sua rielezione. Ecco perché vorrebbe trovare un accordo con Pechino ma allo stesso tempo si è messo in una posizione un po’ complicata”, ha sottolineato Hening. “Entrambe le parti stanno portando avanti le loro posizioni e gli altri Paesi sono un po’ preoccupati. Gli Stati Uniti stanno minacciando dazi per il settore per le manifatture automobilistiche, forse tra qualche mese. Questo è un altro punto che preoccupa, non solo la Cina, le paure sono diffuse.”
La scorsa settimana, centinaia di aziende sono arrivate a Washington per dire no ai dazidel 25% ventilati da Donald Trump su 300 miliardi di dollari di importazioni cinesi. I settori maggiormente coinvolti sono quelli dei beni di consumo e ovviamente e quello dell’hi-tech. Se questi dazi fossero imposti, colpirebbero soprattutto le famiglie americane a basso reddito.