Grecia: la classe media dimenticata

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Mattina presto in uno dei quartieri più innovativi di Atene. Nasos Nikolopoulos lavora in un gabinetto di avvocati che ha creato anni fa, all’alba della crisi economica. Una decisione che lo aiutato a comprendere i cambiamenti che sono stati provocati da fenomeni come l’austerità.

Nasos Nikolopoulos: “Per ogni 1000 euro che un cliente ci versa, il 60% va allo Stato. E questo non include le spese amministrative dell’ufficio. Paghiamo una serie di tasse e contribuzioni sul denaro che guadgniamo. 23% in salute e pensioni, all’incirca un 29% dei nostri guadagni, senza contare la tassa solidale speciale ed altre tasse specifiche”.

Nasos Nikolopoulos: “Per ogni azienda che ha cercato di sopravvivere durante la crisi, i costi più alti sono stati quelli personali. Abbiamo dovuto lavorare gratis centinaia di ore. Ore infinite di lavoro”.

Symela Touchtidou: “La classe media è diventata per chiunque abbia partecipato a una qualsiasi elezione una specie di santo Graal. Tutti cercano i suoi voti. Si ritiene da più parti che chi riesce ad assicurarsi i suoi voti, quelli del centro, sarà quello che porterà a casa la vittoria”.

La scrittrice Karolina Mermiga ha partecipato a mole discussioni pubbliche circa la rivitalizzazione della classe media. Parla anche dei costri personali: traslochi, la perdita di tanti amici e vicini di casa, e l’emigrazione”.

Karolina Mermiga: “La classe media è stata quella che ha stretto la cinghia, come usiamo dire. Non sono persone che scendono in strada a protestare e non provocano scontri con le forze dell’ordine. Vivono normalmente e aspettano le elezioi per esprimersi”:

È difficile quantificare il salario medio di una persona della classe media in Grecia. Non ci sono statistiche certe e spesso il nero, l’evasione fiscale, rende difficile quantificare cifre veritiere. Su di una cosa però sono tutti d’accordo: per recuperare le perdite economiche della classe media ci vorranno decenni.

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