Fermi a un passo dalla costa con la speranza di attraccare in Europa e la paura di tornare in Libia. In attesa di una soluzione che tarda ad arrivare. È in mare da giovedì la nave Open Arms con a bordo 121 migranti, tra cui una trentina di minori e due gemelli di nove mesi.
La Valletta questo martedì ha rifiutato al battello, che si trova tra Malta e Lampedusa, l’ingresso nelle acque nazionali; il no proprio poche ore dopo un nuovo SOS dalla nave in cerca di un porto.
La capitana a bordo poco cibo e tensione
La capitana Anabel Montes ha detto: “Malta ci ha risposto con un sonoro no. Abbiamo chiesto due volte. Malta ci ha detto due volte no ed è davvero chiaro che non hanno in alcun modo intenzione di accoglierci. Al momento l’Italia non ha risposto nulla alla nostra richiesta. L’Italia non ci ha detto né che possiamo entrare né che non possiamo. Abbiamo semplicemente richiesto l’autorizzazione a sbarcare in un suo porto perché è un posto sicuro.
Poco a poco finiamo il cibo e le bevandesiamo preoccupati per le persone salvate e per noi come equipaggio, siamo preoccupati per lo stato psicologico delle persone che abbiamo salvato poiché peggiora di giorno in giorno a causa dell’incertezza di non sapere cosa accadrà a loro.
Perciò, abbiamo bisogno urgentemente di un porto di sbarco, il più rapidamente possibile per la sicurezza di tutte le persone a bordo.”
La Ong spagnola Proactiva Open Arms dopo l’approvazione del decreto sicurezza bis ha lanciato l’hashtag #megliounamultachecomplici. Chissà se sarà la prima nave di una Ong a forzare il blocco dei porti italiano dopo la nuova legge.