Robot e droni per ridurre gli sprechi dei terreni agricoli di grandi dimensioni

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In Italia si coltivano oltre 100 mila tonnellate di nocciole all’anno. Con i robot di nuova generazione si potrà agevolare il lavoro di agronomi e agricoltori, tagliando i costi e nel rispetto dell’ambiente?

Interventi “personalizzati” per ogni pianta

Terreni agricoli molto vasti finiscono inevitabilmente con lo sprecare acqua, pesticidi, fertilizzanti e altre risorse: tutte le piante devono ricevere lo stesso trattamento, che ne abbiano bisogno oppure no. Un problema che i ricercatori stanno cercando di risolvere adattando gli interventi alle singole piante, spiega l’agronomo Valerio Cristofori dell’Università della Tuscia: “La precision farming ci permette di effettuare interventi mirati nel momento opportuno, con le giuste quantità e nelle condizioni di effettiva necessità per la pianta, condizione che l’agricoltura tradizionale oggi non rispetta”.

Ma individuare le singole esigenze di ogni pianta richiederebbe troppo tempo e troppo lavoro al personale umano. È qui che possono intervenire i robot. Nell’ambito del progetto di ricerca europeo Pantheon è stato creato un prototipo in grado di muoversi in modo autonomo e di effettuare misurazioni sulle piante. I dati vengono raccolti con uno scanner laser per la ricostruzione geometrica 3D. In un secondo momento, attraverso le immagini multispettrali e ad alta risoluzione scattate dagli apparecchi fotografici, viene effettuata la valutazione fisico sanitaria delle piante.

Aiutare gli umani, non sostituirli

I ricercatori della Libera Università di Bruxelles e dell’università di Trier stanno anche lavorando su un drone che dovrebbe permettere di determinare rapidamente dall’alto le necessità dei terreni in termini di irrigazione, o individuare parassiti e malattie. Una tecnologia che interessa sicuramente l’industria dolciaria, sostiene il coordinatore del progetto Andrea Gasparri, “Perché da un lato riusciranno a migliorare quella che è la qualità produttiva, ma dall’altro riusciranno anche ad avere un minimo impatto ambientale, che è quello che negli ultimi anni stiamo vedendo come interesse dei maggiori attori in questo tipo di business”.

Gli scienziati rassicurano: i robot non sostituiranno la manodopera umana, si prenderanno solo carico delle attività più ripetitive, riducendo l’emissione di sostanze inquinanti.

 

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