Ancora sbarchi in nottata a Lampedusa, dove sono approdati complessivamente 108 migranti. Intorno alle 23:00 un barcone con a bordo 92 persone è stato intercettato a poche miglia dall’isola da una motovedetta della capitaneria di porto.
Altri 16 migranti, a bordo di un barchino, sono giunti direttamente a terra. L’hot spot, dove in questo momento si trovano circa 300 extracomunitari a fronte di una capienza massima di un centinaio di ospiti, resta al collasso. Inoltre stando alle previsioni meteo, che sono in peggioramento, il traghetto che assicura i trasferimenti dall’isola verso la terraferma rischia di restare bloccato a Porto Empedocle. Nel frattempo prosegue la protesta di un gruppo di tunisini che chiedono di non essere rimpatriati manifestando sulla piazza della chiesa madre dell’isola; di giorno rimanendo seduti e la notte dormendo a terra.
Un nuovo sbarco anche in Calabria con 41 migranti di nazionalità irachena e iraniana arrivati su una barca a vela.
Mentre la nave umanitaria Ocean Viking, gestita in collaborazione da MSF e Sos Mediterranee, ha effettuato nei giorni scorsi quattro diversi salvataggi soccorrendo 217 persone, di cui 35 nella zona di ricerca e soccorso maltese sotto il coordinamento delle autorità maltesi. Le autorità maltesi hanno comunicato alla Ocean Viking di trasferire i 35 migranti salvati ieri su una motovedetta militare dell’isola ma 182 persone – fa notare Msf – “restano ancora bloccate sulla Ocean Viking senza un porto sicuro assegnato”. Tra loro ci sono bambini, una donna incinta e anche un neonato. “Chiediamo ai leader europei di trovare una soluzione immediata per lo sbarco delle 182 persone ancora a bordo e un meccanismo di sbarco predeterminato per tutte le persone soccorse nel Mediterraneo centrale”, sottolinea Msf, che prosegue: “Nonostante i recenti segnali positivi, la burocrazia europea e futili ragionamenti hanno ancora una volta prevalso sulla sicurezza e il benessere di uomini, donne e bambini vulnerabili – perfino di un neonato – a cui è stato negato il diritto di sbarcare tempestivamente a terra, dopo essere sopravvissuti a un’ordalia di violenze in Libia e alla traversata mortale del Mediterraneo. È una presa in giro che l’unica destinazione proposta per queste persone sia stata la Libia – lo stesso paese da cui fuggivano e dove hanno subito trattamenti orribili – in violazione del diritto internazionale. Sembrava che in vista dell’incontro a La Valletta di lunedì, i leader europei fossero sul punto di iniziare a cambiare politiche migratorie che sono costate innumerevoli vite nel Mediterraneo. Ma ora hanno perso di nuovo l’occasione di dimostrare qualunque effettivo e onesto impegno verso il destino delle persone soccorse in mare”.
“Le 182 persone sulla Ocean Viking aspettano di ricevere un porto sicuro senza ulteriori ritardi”, conclude Msf.