Abbiamo avuto modo in passato di vedere la figura di Joker sotto diversi punti di vista, prima in versione fumetto, poi cartone animato e infine una innumerevole quantità di riproduzioni cinematografiche, dove forse proprio quella del 2019 è riuscita a restituire l’identità più profonda del personaggio, interpretato in modo sublime dall’attore Joaquin Phoenix, con tanto di trama dettagliata, grazie allo splendido lavoro di Todd Phillips (il regista della trilogia di Una notte da Leoni).
Il film riesce a dare una netta spolverata ad un personaggio che è stato interpretato, odiato e amato in tutti i modi. Joker è una figura dal passato difficile, adottato da una madre con problemi psicologici, che hanno nettamente influenzato il personaggio. Risulta facile amare i supereroi e odiare i cattivi, ma in quanti sanno davvero immedesimarsi in ciò che gli antagonisti dei film hanno passato nella loro vita prima di scegliere il lato oscuro? Questo film risponde perfettamente a questa domanda, facendoci capire come certi episodi traumatici possono facilmente incattivirci, provando quanto sia possibile immedesimarsi e avere tutti i motivi di poter arrivare a raggiungere la pazzia estrema.
Joker è un clown, un comico che voleva portare il sorriso, ma in cambio ha sempre subito violenze, disprezzo e odio, fino a diventare l’incubo di tutti e anche l’uomo simbolo della ribellione sociale dei poveri contro i ricchi. Le carte sono in tavola, la partita è aperta. I cinecomics (ovvero i film ispirati a personaggi dei fumetti) sono sempre stati trattati come una nicchia (pur multimilionaria) di mercato. Troppo popolari per essere intellettuali, dicevano. Poi è arrivato Christopher Nolan, che con il suo Cavaliere Oscuro ha fatto capire al mondo che questi film non erano solo per gli appassionati. Una decade dopo, l’asso nella manica, o meglio il Jolly, di Todd Phillips, sbanca il banco, riuscendo lì dove nessuno era mai arrivato, vincere il Leone d’Oro.
VOTO FILM: 8,5