Sparatoria in Germania: almeno due morti ad Halle, arrestato un sospetto

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In Germania una sparatoria ad Halle, vicino Lipsia, ha causato la morte di due persone. Un sospetto è stato arrestato al volante di un’auto mentre si allontanava dalla maggiore città della Sassonia-Anhalt.

C’è stata poi un’altra sparatoria a Landsberg, a 15 chilometri di distanza, ma su quest’ultimo episodio non si hanno ancora informazioni precise né conferme ufficiali da parte delle autorità che stanno ancora indagando. Le scene del crimine sono “almeno due”, ci riferisce la polizia, e una caccia all’uomo è ancora in corso. Sarebbero almeno tre le persone coinvolte.

L’amministrazione cittadina di Halle, che ha convocato una riunione d’emergenza, parla di una persona armata che ha esploso colpi d’arma da fuoco in strada (“Amoklage”).

Bild scrive che l’attacco è avvenuto davanti ad una sinagoga, ma un portavoce della polizia locale non ha confermato la notizia a Euronews, aggiungendo che nella stessa via si trovano sia una chiesa (ad un capo della strada) sia il luogo di culto ebraico (in fondo, come vedete nella mappa qui sotto). Oggi è lo Yom Kippur, la ricorrenza religiosa ebraica che celebra il giorno dell’espiazione e che quest’anno cade proprio tra l’8 e il 9 ottobre.

Stando ai responsabili della comunità ebraica di Halle, il commando avrebbe provato a fare irruzione nella sinagoga dove si trovavano circa 70-80 persone ma sarebbe stato respinto dal servizio d’ordine.

L’agenzia AFP indica come alcuni testimoni abbiano visto una granata lanciata contro un ristorante turco poco distante. La polizia si limita al momento a confermare solamente il nome del quartiere in cui è avvenuto l’attacco, Paulusviertel.

Chiusa la stazione ferroviaria locale della città (240mila abitanti), ai residenti è stato consigliato di non uscire di casa. Spiegel scrive che le indagini sono state prese in capo dal procuratore federale.

La sparatoria di Halle arriva pochi mesi dopo l’assassinio, in Assia, di Walter Lübcke, un politico della CDU – lo stesso partito di Angela Merkel. Il principale sospettato è un membro del movimento neonazista.

Il caso ha creato un’ondata d’indignazione nel paese. L’Afd ha raggiunto il 27,5% in Sassonia e il 23,5% in Brandeburgo, con un balzo a doppia cifra in entrambe le regioni. Suscita preoccupazioni il ritorno del terrorismo di estrema destra come quello della cellula neonazista Nationalsozialistischer Untergrund (NSU), responsabile dell’assassinio di una decina di migranti tra il 2000 e il 2007.

Diversi i precedenti violenti in questi anni: ricordiamo il pugnalamento contro il sindaco di Colonia, Henriette Reker, nel 2015 e, due anni, l’attacco contro il sindaco di Altena, Andreas Hollstein. Entrambi sono fortunatamente sopravvissuti: li accumunava a Walter Lübcke la politica di apertura verso l’immigrazione.

Secondo Süddeutsche Zeitung, la Germania sta affrontando una ondata terroristica paragonabile a quella della RAF, uno dei gruppi terroristici di estrema sinistra più importanti e violenti nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, attivo tra il 1968 e il 1998.

Le autorità hanno identificato più di 12.700 estremisti di destra considerati pericolosi. La polizia tedesca è in allerta anche a causa dei numerosi attacchi jihadisti degli ultimi anni. Il più letale è stato quello del dicembre 2016 quando Anis Amri ha ucciso 12 persone alla guida di un camion lanciato contro un mercatino di Natale di Berlino.

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