Le forze turche si preparano all’offensiva militare contro i curdi nel nord della Siria. Il trasferimento di uomini verso il confine è iniziato, mentre il capo della comunicazione della presidenza turca, Fahrettin Altun, dà un ultimatum ai combattenti curdi, rimasti da soli sul campo dopo il ritiro delle truppe Usa: “o disertano o saranno fermati perchè non interromperanno – dice – i nostri sforzi per contrastare l’Isis”.
ç’attraversamento del confine turco siriano è dato come imminente, mentre durante la notte, secondo l’osservatorio nazionale dei diritti umani in Siria l’arteglieria turca ha già colpito alcune basi curde nel nord del Paese.
Tra i reduci curdi prevale la rabbia specie di fronte all’accusa di Trump di aver ricevuto molti soldi per combattere l’isis.
“Nessuno di noi combatte per soldi – risponde un soldato curdo ferito in battaglia – Molti dei nostri sono rimasti feriti, c’è chi ha perso una mano o un occhio. Noi no svendiamo la nostra anima per soldi”.
Di fronte alla Casa Bianca un gruppo di sostenitori della causa curda protesta contro la clamorosa decisione di Trump di lasciare alla Turchia campo libero, voltando la faccia agli alleati curdi che hanno combattuto in prima fila contro l’Isis nello scacchiere mediorientale.