Libano, proteste e scontri a Beirut provocano 2 morti. Il governo contestato

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Salgono nuove tensioni in Libano, dalle ultime emerse lo scorso settembre. Sotto accusa sempre il governo ma il teatro delle violenze è stato per lo più Beirut, dove si è consumata una notte di scontri fra manifestanti e polizia: ponti e strade bloccati, cassettoni di immondizia e copertoni di auto incendiati. Due i morti (due cittadini di origine siriana deceduti perché soffocati da un incendio sprigionato da un negozio dopo dei tafferugli), ma il bilancio è ancora tutto da aggiornare.

Gli scontri scoppiati a Beirut, e in altre regioni del Libano, sono stati provocati dall’annuncio di nuove tasse decise dal governo, che ha reagito revocando la tassa sull’uso di Whatsapp e di altri mezzi di comunicazione via Internet, ma non è bastato: le contestazioni sono proseguite per tutta la notte.

Solo all’alba, le forze di sicurezza sono riuscite a disperdere i manifestanti nel centro della città, riaprendo quasi tutte le strade nella capitale, tra cui quella che la collega all’aeroporto internazionale. Questa mattina (18 ottobre), università, banche, sedi istituzionali e governative del paese sono rimaste chiuse. Il profilo twitter dell’ambasciata americana ha diramato un allarme per tutti i cittadini americani durante gli scontri.

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