Empasse in Libano: decimo giorno di proteste

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Il braccio di ferro tra la piazza e il potere ha tenuto con il fiato sospeso il Libano anche sabato: il rischio che gli scontri tra esercito e manifestanti degenerassero è diventato quasi reale. A Tripoli, città settentrionale, come a Beirut. Ormai sono dieci i giorni di protesta messa in scena dai cittadini esasperati dalla crisi economica che protestano contro una classe politica ritenuta corrotta e incompetente.

L’esasperazione è evidente nelle parole di questo manifestante: “Chiediamo un’indagine su ogni soldato che ha sparato contro quei poveri manifestanti, si tratta di povera gente, che ha fame, che comincia a morire, la situazione sta sfuggendo di mano per questo chiediamo un’indagine trasparente”.

Molti gli assi stradali che collegano Beirut al resto del Paese bloccati dai manifestanti, situazione che ha aggravato la paralisi libanese dove banche, scuole e università sono chiuse da giorni.

“La protesta in strada è l’unica carta di pressione che i cittadini possono giocare: non lasceremo le strade fino a quando le nostre richieste non saranno soddisfatte. I manifestanti diminuiranno, aumenteranno, non è facile da prevedere. Non è affatto facile per la rivoluzione avere successo in Libano”.

Manifestazioni anche a Londra

Erano in centinaia sabato a protestare di fronte all’ambasciata libanese di Londra in sostegno alle manifestazioni in Libano.

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