Ombre sinistre si allungano sulla grosse koalition tedesca dopo che in casa Spd la base si è espressa in un referendum a favore di Norbert Walter-Borjans e Saskia Esken, sconosciuti ai più ma conosciuti a pochi per essere dissidenti rispetto alla linea centrista che appoggia il governo e la Grosse Koalition sembra oggi più che mai in bilico.
Se il referendum che si è svolto nel giro di diversi mesi ha dato quest’esito, per la conferma bisognerà attendere il Congresso del 6 -8 dicembre quando l aparola passerà ai delegati.
Saskia Esken forte del sostegno della base ha porto subito un ramoscello d’ulivo: “Vogliamo raggiungere tutti, vogliamo porgere la mano a tutti, anche a coloro che hanno deciso diversamente e hanno supportato l’altra squadra nella campagna pre-elettorale. Lo sappiamo, lo sapete tutti, ora dobbiamo per stare insieme. Solo insieme possiamo riuscire a rendere di nuovo forte l’SPD”.
La Cdu accoglie con un certo sospetto l’esito della consultazione, chiudendo in ogni modo alla possibilità di ritrattare l’intesa di governo. Il Segretario generale Paul Ziemiak ha voluto precisare “si tratta di una cosa interna all’Spd e non avrà alcuna ripercussione sulla coalizione”.
Con il voto del Congresso della prossima settimana i delegati decideranno se l’alleanza con la Cdu di Merkel continuerà fino a fine legislatura, ossia fino al 2021 oppure no.
Borjan-Esken chi? Chi sono i vincitori del referendum in casa Spd
Quasi sconosciuti ai più, Borjan e Esken vengono da una lunga e intensa attività a livello regionale. Walter-Borjans, 67 anni, è stato segretario di Stato nel Saarland e ministro alle Finanze nel Nordreno-Vestfalia. SaskiaEsken, deputata dal 2013, alle spalle una laurea in germanistica, eletta nel Baden Wuerttemberg e in questa legislatura membro delle commissioni Interni e Digitale, in passato era nota soprattutto per aver duramente criticato l’Agenda 2010, ossia il pacchetto di riforme sociali ed economiche dell’allora cancelliere socialdemocratico Gerhard Schroeder, da lei definito “il peccato per il quale paghiamo ancora il conto”.
Borjans che si autodefinisce il Bernie Sanders tedesco, ha condotto una guerra senza quartiere contro gli evasori come titolare delle Finanze del suo Land; lotta che gli è valso l’appoggio dei giovani socialdemocratici.
Quali scenari si aprono
I sondaggi danno l’Spd al 15%, dopo diversi passaggi elettorali disastrosi dalle elezioni nazionali del 2017 fino alle Europee di quest’anno passando da vari appuntamenti regionali. Ma un cambio al vertice potrebbe dare quel colpo di reni di cui il partito necessita.
Comunque, nessuno vuole una fine per ilmomento della Grosse koalition: sia Walter-Borjans che Esken a una nuova rinegoziazione del contratto di governo e vorrebbero proporre una serie di condizioni tra l’altro ulteriori investimenti miliardari nella lotta contro i cambiamenti climatici ed un reddito minimo più sostanzioso. Proposte che difficilmente i cristiano-democratici di Annegret Kramp-Karrenbauer e i cristiano-sociali bavaresi di Markus Soeder sono disposti a ccettare: a quel punto, se il nuovo vertice Spd decide di scire dalla coalizione, rischia di aprirsi la strada delle elezioni anticipate.
L’altro scenario è quello di un governo di minoranza, ovviamente sempre a guida Merkel, ma comunque a termine.