Migliaia di manifestanti sono tornati domenica per le strade di Hong Kong, concludendo un breve periodo di calma. La mobilitazione è una specie di test per le autorità e manifestanti a una settimana dalle elezioni locali segnate da una schiacciante vittoria del campo democratico a cui Pechino e la locale governatrice rifiutano nuove concessioni.
Riprendono i tafferugli
La polizia ha alzato cartelli invitando la folla a disperdersi in quello che è stato definito un raduno non autorizzato. Cosìsono ripresi i tafferugli e gli arresti della polizia. Da giugno scorso la città è scossa dalle proteste contro il disegno di legge sull’estradizione, per ora ritirato. Finora in relazione alle proteste sono state arrestate quasi 6 mila persone fra cui 910 adolescenti.
Raduno davanti all’ambasciata USA
Altri manifestanti che brandivano bandiere a stelle e strisce si sono radunati davanti all’ambasciata statunitense per ringraziare il Congresso degli Stati Uniti che ha recentemente varato una legge a sostegno dei manifestanti democratici di Hong Kong. La protesta di Pechino in merito non si è fatta attendere.
Criticata anche la Bachelet
Il governo cinese ha accusato inoltre l’Alto commissario Onu per i Diritti dell’Uomo, Michelle Bachelet, di “fomentare la violenza radicale” a Hong Kong. La Bachelet in un editoriale apparso sul South China Morning Post, il principale quotidiano di Hong Kong, ha raccomandato che la ‘governatrice’, Carrie Lam, disponga l’apertura di un’indagine imparziale sulla polizia per “uso eccessivo della forza” contro i manifestanti, e contestualmente apra una linea di dialogo con il movimento di protesta per risolvere la crisi. L’ambasciata cinese a Ginevra, sede dell’agenzia Onu, ha scritto che l’articolo di Bachelet “esercita pressione sul governo (autonomo) e avrà il risultato di fomentare i facinorosi a condurre azioni di violenza ancora più radicale”.
Un intero popolo solidale
Quello che si è notato ad Hong Kong in questi mesi è la solidarietà delle varie classi sociali ed anche fra cittadini lontani dla punto di vista generazionale. In molte delle occasioni sono stati visti in piazza insieme liceali ed anziani per dimostrare che l’esigenza di libertà e democrazia della popolazione di Hong Kong non ha età.
La schiacciante vittoria alle elezioni
L’altrettanto poderosa risposta democratica ad una politica che vorrebbe uniformare la legge di Hong Kong a quella di Pechino è stata la stupefacente vittoria per il campo democratico nelle elezioni distrettuali del 24 novembre: i democratici hanno preso il controllo di 17 dei 18 consigli distrettuali della città-stato.