Dal 1 gennaio un regolamento Ue taglia le emissioni. Il settore auto è pronto alla sfida ecologica?

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Il 2020 porterà con sé nuovi limiti sulle emissioni inquinanti delle auto e multe per i costruttori che non si adeguano. Con l’entrata in vigore di un nuovo regolamento europeo, non si potranno più vendere auto sul territorio comunitario che superino i 95 grammi di diossido di carbonio al chilometro. Ed è solo l’inizio, perché il limite scenderà con il tempo.

L’industria dell’auto dovrà adeguarsi, per evitare multe da capogiro. Le possibili sanzioni ammontano a 32 miliardi, il doppio del profitto totale del settore.

La Commissione europea si aspetta dalla transizione ecologica almeno 60mila nuovi posti di lavoro, ma per i lavoratori del settore auto il rischio è che si riveli un boomerang. Emblematica la situazione della Germania, che con più di 5mila auto prodotte l’anno è il principale costruttore di auto in Europa. Audi ha già annunciato che la transizione elettrica richiede 6 miliardi di investimenti – e per ottenerli sarà costretta a tagliare 9500 posti nel paese.

Il settore automotive è pronto alla transizione ecologica?

“Questo mese l’industria dell’auto tedesca ha peggiorato ancora i suoi risultati e le stime sono negative – dice Clemens Fuest, presidente Ifo (Institute for Economic Research) – l’evoluzione del comparto è complessa. Non è chiaro quale sarà il futuro del diesel. I costruttori sanno che dovranno investire sull’elettrico e sulle nuove tecnologie per la guida. Ma è un passaggio epocale. Un posto di lavoro su dieci in Germania è legato ai motori a combustibile”.

Per favorire questa svolta, Berlino ha deciso di alzare del 50% gli incentivi pubblici all’acquisto di auto elettriche. Per un modello da 40mila euro, a partire dal 2020 le agevolazioni saliranno dagli attuali 4mila a 6mila euro. Cifre simili all’ecobonus che spetterà in Italia a chi rottama l’auto per l’acquisto di un modello non inquinante.

Il 2020 porterà con sé nuovi limiti sulle emissioni inquinanti delle auto e multe per i costruttori che non si adeguano. Con l’entrata in vigore di un nuovo regolamento europeo, non si potranno più vendere auto sul territorio comunitario che superino i 95 grammi di diossido di carbonio al chilometro. Ed è solo l’inizio, perché il limite scenderà con il tempo.

L’industria dell’auto dovrà adeguarsi, per evitare multe da capogiro. Le possibili sanzioni ammontano a 32 miliardi, il doppio del profitto totale del settore.

La Commissione europea si aspetta dalla transizione ecologica almeno 60mila nuovi posti di lavoro, ma per i lavoratori del settore auto il rischio è che si riveli un boomerang. Emblematica la situazione della Germania, che con più di 5mila auto prodotte l’anno è il principale costruttore di auto in Europa. Audi ha già annunciato che la transizione elettrica richiede 6 miliardi di investimenti – e per ottenerli sarà costretta a tagliare 9500 posti nel paese.

Il settore automotive è pronto alla transizione ecologica?

“Questo mese l’industria dell’auto tedesca ha peggiorato ancora i suoi risultati e le stime sono negative – dice Clemens Fuest, presidente Ifo (Institute for Economic Research) – l’evoluzione del comparto è complessa. Non è chiaro quale sarà il futuro del diesel. I costruttori sanno che dovranno investire sull’elettrico e sulle nuove tecnologie per la guida. Ma è un passaggio epocale. Un posto di lavoro su dieci in Germania è legato ai motori a combustibile”.

Per favorire questa svolta, Berlino ha deciso di alzare del 50% gli incentivi pubblici all’acquisto di auto elettriche. Per un modello da 40mila euro, a partire dal 2020 le agevolazioni saliranno dagli attuali 4mila a 6mila euro. Cifre simili all’ecobonus che spetterà in Italia a chi rottama l’auto per l’acquisto di un modello non inquinante.

I passi necessari: incentivi e sviluppo della rete

Sugli incentivi i Paesi europei procedono in ordine sparso e le vendite restano al palo. Il mercato dei motori ad alimentazione alternativa vale appena un quinto rispetto a quelli tradizionali. In Europa la media è dell’11%, rispetto a quasi il 60 della benzina e al 30 del diesel, la cui diffusione è in calo.

Anche le previsioni per gli anni a venire non sono esaltanti. Nel 2025 appena il 10% del parco auto sarà elettrico; nel 2030 poco meno del 15%. Entro la stessa data la Commissione europea si aspetta, grazie al nuovo regolamento, un taglio di un terzo delle emissioni.

 

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