Rischia di prorogarsi fino a natale la protesta che in Francia vuole costringere il governo ad abbandonare il progetto della controversa riforma delle pensioni. Come i resti di uno sciame sismico anche i cascami dello sciopero generale di giovedì in Francia hanno continuato a creare disagi sabato e in diverse città come Tolosa oltre che nella capitale.
L’operazione lumaca
L’operazione escargot (che non ha nulla a che vedere con uno dei succulenti piatti della gastrononia delle “Gallie”) è pure riapparsa in certi snodi autostradali dell’esagono con colonne di Tir che rallentando al massimo hanno creato lunghe code di veicoli. Per molti altri problemi nella sola rete viaria parigina venerdì erano stati calcolati 600 km di code mentre gli assalti ai pochi bus circolanti si sono visti un po’ in tutta Parigi anche sabato, questo per il pedurare della paralisi delle linee metropolitane.
Sciopero a singhiozzo?
I sindacati hanno già fatto sapere che lo sciopero dei trasporti si protrarrà anche nei prossimi giorni. Secondo indiscrezioni non ancora ben confermate si parla di agitazioni fino a giovedì, mentre c’è chi vorrebbe continuare con gli scioperi fino a natale. Con i gilet gialli il presidente Macron aveva dovuto battere ordinatamente in ritirata abolendo fin da subito i notevoli aumenti pervisti dei vari approvvigionamenti energetici. Questa volta l’Eliseo si trova davanti ad avvocati e pompieri, insegnanti e spazzini, ferrovieri e autostrasportatori, studenti e disoccupati ma anche semplici impiegati dei settori pubblico e privato che vedono allontarsi l’età pensionabile con un meccanismo semplificatore che intende omogeneizzare le pensioni tanto che molte categorie di lavoratori perderanno quei margini di privilegi visti come unica salvezza in un mondo in cui tutto è sempre più caro e complesso.