Le elezioni nel Regno Unito si sono trasformate in un plebiscito a favore di Boris Johnson. I dati ufficiali hanno confermato gli exit poll pubblicati subito dopo la chiusura delle urne: i conservatori hanno ottenuto una vittoria schiacciante, conquistando almeno 364 seggi (mancano ormai i risultati di un solo collegio), ben oltre i 326 necessari per la maggioranza assoluta.
Disfatta per i laburisti di Jeremy Corbyn, fermi a 203 seggi, una sessantina in meno rispetto al 2017. Per il partito si tratta di un tracollo storico: era dal 1935 che i Labour non avevano così pochi rappresentanti alla Camera dei Comuni. Il partito ha perso consensi soprattutto nelle regioni del nord, nelle Midlands e in Galles, dove nel referendum del 2016 aveva prevalso il sì alla Brexit.
L’ampia maggioranza su cui potranno contare i conservatori – mai così bene dal 1987, quando alla guida del partito c’era Margareth Tatcher – consentirà al premier di procedere spedito sulla Brexit, che a questo punto sembra davvero ad un passo. Il Regno Unito uscirà dall’Unione europea il 31 gennaio, i tempi per far approvare al Parlamento l’accordo siglato con Bruxelles due mesi fa sono stretti, ma la strada dopo ieri appare in discesa.
LibDem: la leader Jo Swinson si è dimessa dopo la mancata rielezione
Oltre ai laburisti, dal voto escono con le ossa rotte anche i liberaldemocratici. Alla perdita di un seggio rispetto a due anni fa (da 12 a 11) si è aggiunta la beffa personale per Jo Swinson, la 39enne neo-leader del partito più radicalmente anti-Brexit, che non è riuscita a farsi rieleggere nel proprio collegio (Dumbartonshire East) e questa mattina si è dimessa.
Lo ha annunciato la presidente dei liberaldemocratici Sal Brinton che assumerà la leadership assieme ad Ed Davey fino alle elezioni di un nuovo capo il prossimo anno. “Voglio ringraziare Jo Swinson per la sua guida onesta e coraggiosa”, ha scritto Brinton sottolineando che i Libdem hanno comunque “preso più voti del 2017”.
Jonhson: “Ora realizzeremo la Brexit”
Johnson ha ringraziato “il popolo” britannico per aver votato e per il risultato, poi ha rilanciato le sue promesse elettorali su investimenti nella sanità e in altri settori. Oltre alla Brexit, l’obiettivo è “cambiare il Paese per il meglio”.
“È la più grande vittoria dagli anni 80, quando molti di voi non erano neanche nati. Con questo mandato finalmente realizzeremo la Brexit – ha detto il premier -. Metterò la parola fine a tutte le assurdità di questi tre anni e realizzerò la Brexit entro gennaio, senza se e senza ma. Realizzarla è una decisione inconfutabile, indiscutibile”.
Corbyn: “Non guiderò i Labour in altre elezioni”
Se i numeri degli exti poll fossero confermati per i laburisti si tratterebbe del peggior risultato nelle elezioni dal 1935. Jeremy Corbyn non ha annunciato le dimissioni immediate da leader ma ha parlato di risultato “molto deludente”.
Corbyn, rieletto deputato per la decima volta nel collegio londinese di Islington Nord, ha annunciato che non guiderà più il partito “in un’altra elezione”, ma che resterà in Parlamento e per il momento intende “guidare il Labour in una fase di riflessione” sull’esito del voto, in vista di una prevedibile rinnovamento dei vertici.
Trump: “Via libera a un nuovo accordo sul commercio”
Donald Trump è stato tra i primi a commentare il successo di Johnson. “Congratulazioni a Boris Johnson per la sua grande vittoria – ha twittato il presidente degli Stati Uniti -. Regno Unito e Stati Uniti ora saranno liberi di concludere un nuovo accordo sul commercio, dopo la Brexit. Questo accordo ha il potenziale per essere molto più redditizio rispetto a qualsiasi accordo con l’Unione europea”.
Vola la sterlina
Dopo il voto la sterlina vola sui mercati valutari nel cambio con il dollaro e l’euro: la valuta inglese passa di mano a 1,3446 sul dollaro (+2,1%) e a 0,8303 sull’euro (+1,8%). La moneta unica è scambiata invece in avvio di giornata senza sensibili variazioni sul dollaro in lieve rialzo a 1,1166 a fronte della quotazione di 1,1128 di ieri sera dopo la chiusura di Wall street e a 122 sullo yen.