“Nord Stream 2”, il gasdotto della discordia. Germania e Russia contro Trump

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Si chiama “Nord Stream 2: è il gasdotto della discordia.

Dal 2020 dovrebbe fornire gas dalla Russia alla Germania, attraverso il Mar Baltico e passando per Finlandia, Svezia e Danimarca.

Dopo la Camera, anche il Senato statunitense, infatti, ha approvato il “2020 National Defense Authorization Act”, il bilancio per la Difesa per l’anno prossimo, che include le sanzioni contro governi e società che lavorano al “Nord Stream 2”.

Da Berlino: “No ad interferenze su affari interni”

Ma la Germania alza la voce: tramite un comunicato della portavoce Ulrike Demmer, si legge: “Il governo tedesco disapprova tali sanzioni extraterritoriali. Colpiscono le imprese tedesche ed europee e costituiscono un’interferenza nei nostri affari interni“.

Alza la voce anche Mosca

Anche la Russia contro gli Stati Uniti: la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova sottolinea che “l’ideologia americana non tollera la concorrenza”.

Gli Stati Uniti si oppongono al gasdotto “Nord Stream 2” – da Ust Luga in Russia a Greifswald in Germana e che andrà aggiungersi al già esistente “Nord Stream” – perché temono che venga usato da Mosca come arma politica, grazie a un maggiore controllo sulle forniture energetiche per l’Europa. Per Gazprom, la società energetica che si occupa del piano, il “Nord Stream 2” è solo un progetto commerciale, che aumenterà la sicurezza energetica per i consumatori europei.

Uno dei gasdotti offshore più lunghi al mondo

Lungo 1.230 km, si stima che il “Nord Stream 2” porterà annualmente in Europa 55 miliardi di metri cubi di gas percorrendo i fondali del Mar Baltico.

“Unione Europea contraria alle sanzioni”

“Come linea di principio la Ue si oppone all’imposizione di sanzioni contro qualsiasi società Ue che opera in modo legittimo”.
E’ quanto ha detto il Commissario Ue al Commercio, Phil Hogan, a proposito delle sanzioni americane.

Hogan ha poi aggiunto che la Ue ora ha regole “chiare” riguardo a tutti i gasdotti che collegano l’Unione ad un Paese terzo.
“L’obiettivo della Commissione è stato sempre – ha spiegato ancora – quello di assicurare che ‘Nord Stream 2’ operi in modo molto trasparente e non discriminatorio con un livello appropriato di supervisione regolamentare, in linea con i principi della legge internazionale e Ue in materia energetica”.

Guerra del gas?

Il primo ministro ucraino Aleksey Goncharuk, intanto, ha ventilato addirittura la possibilità di una “guerra del gas” nel corso dei colloqui con la Russia sul proseguimento del transito di gas dopo il 1° gennaio 2020.

“L’Ucraina continuerà i negoziati sul gas: potrebbero non essere facili, e una ‘guerra del gas’ è possibile. Ma siamo pronti: i nostri serbatoi di stoccaggio sono pieni, la nostra logica è supportata dall’Ue e dalla sentenza emessa dalla corte arbitrale di Stoccolma e il ‘Nord Stream 2’ è incompleto”, ha commentato Goncharuk.

 

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