Clima, 2019: tutto ciò che doveva essere e non è stato (e viceversa)

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“Siamo all’inizio di un’estinzione di massa, e tutto ciò di cui parlate sono soldi e le favole sulla crescita economica, come osate!”.

Con discorsi come questo, diretti ai leader mondiali presso il quartier generale delle Nazioni Unite a New York, Greta Thunberg ispira milioni di persone in tutto il pianeta a rialzarsi e chiedere ai Governi di combattere i cambiamenti climatici.

Intanto, la foresta pluviale latinoamericana brucia a un ritmo che non si vede da anni, come mostrano le foto scattate dalla Stazione Spaziale Internazionale.

Anche le alluvioni diventano sempre più devastanti: il Giappone affronta il tifone Hagibis, il più potente in oltre cinquant’anni, mentre Venezia patisce l’acqua più alta dal 1966.

Gli scienziati hanno una spiegazione per questo clima ad alto impatto.

“I cambiamenti climatici vanno avanti e questo non va bene, in base all’accordo di Parigi – dice Petteri Taalas, segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) – gli ultimi dieci anni sono stati il periodo più caldo da 170 annia questa parte, abbiamo tre principali gas serra: anidride carbonica, metano e protossido di azoto, e con tutti abbiamo nuovamente battuto il record”.

Non tutti, però, pensano che il tempo stringa per salvare il pianeta.

“Annuncio il ritiro degli Stati Uniti dall’orribile, costoso, unilaterale accordo sul clima di Parigi – sentenzia Trump – stiamo rimettendo al lavoro i nostri grandi minatori”.

Parole che fanno infuriare Greta Thunberg, 16enne svedese con la sindrome di Asperger, divenuta la voce nella lotta ai cambiamenti climatici a causa dei suoi discorsi infuocati all’indirizzo dei leader mondiali.

È anche la più giovane persona dell’anno per il settimanale “Time“, dopo che le sue proteste solitarie fuori dal Parlamento svedese durante le ore scolastiche innescano un movimento globale.

Per evitare le emissioni di carbonio causate dagli aerei, Greta si reca a New York via mare per partecipare al vertice sul clima alle Nazioni Unite e poi alla Cop25, poi dirottata dal Cile a Madrid.

In Spagna, l’Unione europea escogita un nuovo piano, mirando a raggiungere entro il 2050 l’obiettivo zero emissioni.

Decine di Paesi più piccoli concordano obiettivi simili a lungo termine, ma altri più importanti come Stati Uniti, Cina o Brasile si astengono.

Nonostante i colloqui sul clima più lunghi di sempre, la Cop25 si chiude senza accordi.

I Paesi non riescono ad istituire un sistema globale di commercializzazione del carbonio e un metodo per incanalare nuovi finanziamenti verso i Paesi che debbono affrontare gli impatti del riscaldamento globale.

Attivisti ambientali accusano i Paesi più ricchi del mondo di mostrare scarso impegno nell’affrontare seriamente i cambiamenti climatici.

Le speranze degli “eco-combattenti” sono ora indirizzate al prossimo vertice sul clima, che si terrà a Glasgow tra 11 mesi.

Friday for future“, periodico sciopero scolastico per il clima, e il movimento “Extintion Rebellion” lo dicono forte e chiaro: è ora di ridestarsi, opponendosi strenuamente al riscaldamento globale.

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