C’è finalmente l’accordo fra i repubblicani dello Sinn Fein e gli unionisti del Dup (Partito Unionista Democratico, d’ispirazione protestante) per ricostituire un governo di unità nazionale nell’Irlanda del Nord. I maggiori partiti politici locali concordano quindi nel ripristinare il governo con sede a Belfast, tre anni dopo la rottura che aveva lasciato senza guida quasi due milioni di persone.
Belfast alla deriva per 3 anni
L’Irlanda del Nord, che fa parte del Regno Unito, insieme a Inghilterra, Galles e Scozia, era rimasta senza un’amministrazione funzionante da quando il governo di compromesso aveva litigato ferocemente nel gennaio 2017 su un progetto abortito di energia verde. La spaccatura si allargò presto alle più ampie questioni culturali e politiche che separavano i sindacalisti britannici e i nazionalisti irlandesi del Nord Irlanda.
Le due “reginette” locali
Finalmente distensive anche le dichiarazioni delle leader dei diversi schieramenti: Arlene Foster, del DUP, che parla di devolution efficace e Mary Lou McDonald, dello Sinn Fein che si auspica una vera condivisione del potere basata sull’ “uguaglianza, il rispetto e l’integrità”.
Il ruolo di Londra
La proposta, concordata dal ministro britannico per Irlanda del Nord Julian Smith con quello degli Esteri irlandese Simon Coveney, prevede concessioni incrociate fra gli unionisti del Dup e i repubblicani dello Sinn Fein, partner essenziali della coalizione nord-irlandese. Va detto che Londra ha messo anche sul piatto nuovi stanziamenti di risorse a patto che l’intesa sia firmata. La situazione dell’Irlanda del nord resta molto delicata per la questione della Brexit che potrebbe sempre generare distonie non facili dal risolvere.