La guerra contro la Jihad nell’Africa nord-occidentale deve continuare. E’ il messaggio lanciato questo lunedì da Francia e Paesi del G5 Sahel (Niger, Ciad, Mauritania, Burkina Faso, Mali), riunitisi nel vertice organizzato dal presidente Emmanuel Macron a Pau, nei Pirenei. In una nota congiunta hanno annunciato l’intenzione di rafforzare la cooperazione militare, contro gli attacchi di matrice islamica nella zona. L’esagono per questo invierà altri soldati nella regione, che si aggiungeranno ai 4.500 già presenti e impegnati nell’operazione Barkhane.
Il Presidente francese e i suoi omologhi africani si sono trovati d’accordo anche sulla creazione di un nuovo quadro politico, strategico e operativo, per coordinare le azioni. Lo hanno chiamato “Coalizione per il Sahel” e riunisce il G5 Sahel, le truppe Barkhane e “tutti gli altri Paesi che vorranno partecipare”. In particolare è stato deciso di “concentrare immediatamente gli sforzi militari nell’area dei tre confini, tra Mali, Burkina Faso e Niger”, dove negli ultimi mesi ci sono stati diversi attacchi. Il target prioritario è lo Stato Islamico del Grande Sahara.
Inizialmente previsto lo scorso 16 dicembre, questo vertice a porte chiuse era stato posticipato dopo un attentato, rivendicato dall’Isis, contro la base militare di Inates, in Niger, nel quale erano morti 71 soldati. Un nuovo summit, che coinvolgerà gli Stati del G5 Sahel e la Francia, si terrà a giugno nella capitale della Mauritania, Nouakchott.