Conte: “Da qualche tempo stiamo progettando il Museo della lingua italiana a Firenze”

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«L’anno prossimo cadra’ il settimo centenario della morte di Dante. Come e’ noto il Governo, su proposta del ministro Franceschini, ha deciso di istituire la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, da celebrarsi il 25 marzo di ogni anno. In questa sede, desidero pero’ anche fare mia l’istanza di un gruppo di studiosi che, interpellando il ministro Franceschini, domandano da qualche tempo la creazione di un Museo della ingua italiana». Lo ha detto il premier Giuseppe Conte,intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’Universita’ di Firenze. «Penso allora che proprio Firenze, soche il ministro Franceschini ne ha gia’ parlato al sindacoNardella, potrebbe ospitare un museo che celebri e insegni la storia dell’italiano. Mi auguro che la proposta del Museo della lingua – ha aggiunto Conte – trovi accoglienza presso tutte le istituzioni coinvolte che possono sostenerla e che il settecentesimo giubileo di questa Universita’ si saldi con la celebrazione della nostra lingua come bene comune».

Il premier poi ha fatto un importante annuncio per l’Università: «In raccordo con il ministro Manfredi, siamo gia’ al lavoro su alcuni aspetti strategici per il futuro della ricerca e dell’universita’. E’ importante, innanzitutto concentrare gli sforzi perche’ i giovani siano trattenuti nel nostro Paese e possano realizzare qui le proprie aspirazioni nella ricerca. Piu’ volte ho denunciato anch’io quanto troppo elevato sia il numero di giovani che, formati nelle nostre scuole e nelle nostre Universita’, lasciano il Paese per lavorare all’estero». Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nel corso della cerimonia inaugurale dell’anno accademico dell’Universita’di Firenze. «Per immettere sin da subito nuovi giovani ricercatori nel sistema, annuncio che in questi giorni stiamo valutando, in sede di conversione in legge del decreto legge di proroga termini, la presentazione di un emendamento volto a immettere immediatamente nel sistema 1.600 nuovi ricercatori. Subito dopo, assieme al ministro Manfredi, interverremo con un piano organico, di durata quinquennale, per consentire finalmente alle universita’di poter programmare la selezione di giovani studiosi, avendo dinanzi non una semplice finestra una tantum, ma un orizzonte di medio periodo», ha aggiunto il premier.

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