“In tutto il mondo uomini e donne migranti affrontano viaggi rischiosi per sfuggire alla violenza, alla guerra, alla povertà. Come Paolo e i suoi compagni sperimentano l’indifferenza, l’ostilità del deserto, dei fiumi, dei mari… Ma, purtroppo, a volte incontrano anche l’ostilità ben peggiore degli uomini. Sono sfruttati da trafficanti criminali; sono trattati come numeri e come una minaccia da alcuni governanti. Tante volte non li lasciano sbarcare nei porti“. E’ il duro j’accuse del Papa in occasione dell’udienza generale nell’Aula Paolo VI. “A volte – dice il Pontefice con dolore – l’inospitalità li rigetta come un’onda verso la povertà o i pericoli da cui sono fuggiti”.
“Accogliere cristiani di un’altra tradizione – osserva ancora Francesco – significa in primo luogo mostrare l’amore di Dio nei loro confronti, perché sono figli di Dio, fratelli nostri, e inoltre significa accogliere ciò che Dio ha compiuto nella loro vita. L’ospitalità ecumenica richiede la disponibilità ad ascoltare gli altri cristiani, prestando attenzione alle loro storie personali di fede e alla storia della loro comunità”.
Francesco invita “tutti a pregare per la pace, per il dialogo e per la solidarietà tra le nazioni: doni quanto mai necessari al mondo di oggi“. Il Pontefice, in particolare, nel ricordare che il prossimo 25 gennaio “nell’Estremo Oriente e in varie altre parti del mondo, molti milioni di uomini e donne celebreranno il capodanno lunare”, augura “in particolare alle famiglie di essere luoghi di educazione alle virtù dell’accoglienza, della saggezza, del rispetto per ogni persona e dell’armonia con il creato”.