È cominciato tra le schermaglie procedurali il processo di impeachment del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Al Senato si è assistito a uno scontro tra democratici e repubblicani sui tempi e sulle regole del dibattimento.
L’aula ha respinto la richiesta dei democratici, che hanno 47 seggi su 100, di chiedere alla Casa Bianca di produrre ulteriori documenti, mentre è andato avanti lo scontro sui testimoni da ammettere. L’opposizione vorrebbe sentire l’ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, ma su questo i repubblicani fanno muro: Il senatore McConnell, che guida il gruppo, ha detto che “sulla convocazione di specifici testimoni o sull’invio di ulteriori documenti” la maggioranza non approverà nessuna mozione.
La strategia repubblicana ha provocato una forte reazione dei democratici. Il capogruppo Chuck Schumer ha accusato il suo omologo McConnell di “assecondare il desiderio del presidente, come se la sua mozione fosse stata scritta alla Casa Bianca”.
Sulla testa di Trump pendono due accuse: abuso di potere e intralcio al Congresso. Entrambe sono collegate ai suoi rapporti col presidente ucraino. Se si guarda ai numeri, il processo parrebbe destinato a chiudersi senza conseguenze per Trump. Ma nei sondaggi sono sempre di più gli statunitensi che dicono di voler sentire tutte le campane, dunque l’impeachment appena cominciato potrebbe lo stesso creare problemi al presidente.