È salito a 41 il bilancio delle vittime in Cina per il coronavirus di Wuhan. Lo hanno reso noto le autorità di Pechino. Inoltre, sarebbero quasi 1300 le persone infettate, 1.287 per essere precisi. Ma, naturalmente, è un numero destinato ad aumentare esponenzialmente.
Tra le vittime c’è anche un medico della provincia cinese di Hubei tra le vittime del nuovo coronavirus, come reso noto su Twitter dalla tv Global Television Network. La vittima è il 62enne Liang Wudong, in prima linea nella lotta al virus presso l’ospedale Hubei Xinhua.
La Cina, inoltre, nell’epicentro dell’epidemia, ha inviato 450 unità di personale medico militare, a bordo di sei aerei dell’esercito. Alcuni di loro hanno avuto esperienze nella lotta contro la Sars o l’Ebola. Il team è composto, infatti, da esperti in malattie respiratorie e infettive, controllo delle infezioni ospedaliere e terapia intensiva.
Il governo di Pechino, poi, ha allargato il cordone sanitario per contenere la diffusione del coronavirus: adesso le persone isolate sono 56milioni. Sul fronte estero dell’epidemia – che, quindi, potrebbe presto trasformarsi in pandemia – un primo caso del coronavirus è stato confermato in Australia: il paziente era giunto una settimana fa a Melbourne da Wuhan. Ora si trova in isolamento. In Malesia, invece, sono tre i casi accertati: una donna di 66 anni e due bambini, di 2 e 11 anni, adesso in condizioni stabili e in isolamento. I tre erano arrivati nel Paese da Singapore e sono parenti di un uomo di 66 anni, proveniente da Wuhan, e suo figlio, entrambi contagiati dallo stesso virus. A Hong Kong, infine, i casi di contagio sono saliti a cinque.