Il governo prova a ripartire. A 4 giorni dalla durissima campagna elettorale dell’Emilia-Romagna, Giuseppe Conte è determinato a onorare l’impegno di rilanciare l’esecutivo con la tanto attesa verifica di governo e una nuova agenda chiesta a gran voce dal Pd. L’obiettivo è arrivare al 2023, alla fine della legislatura, anche per frenare nuove uscite di deputati e senatori dal M5S, segnato dall’ennesima batosta elettorale. Con le dimissioni di Luigi Di Maio da capo delegazione (oltre che da capo politico), tocca al Guardasigilli Alfonso Bonafede prenderne il posto alla guida della squadra di governo. Per segnare con un passaggio ufficiale la “promozione” di Bonafede, Conte ha convocato per stasera alle 18.30 un vertice di governo a palazzo Chigi.
Pd, 5 Stelle, Italia viva e Leu si riuniranno per fare il punto della situazione e cercare un accordo sul metodo per mettere nero su bianco il “cronoprogramma”. L’idea di Conte è stilare un calendario di incontri e insediare tavoli di lavoro tematici sui provvedimenti più urgent. Si tratta della cosiddetta “fase due”, molto cara a Conte, insomma, con vari macrotemi sui quali correre come il taglio delle tasse, la lotta all’evasione fiscale, il new green deal, l’ economia sostenibile. E poi digitalizzazione e sburocratizzazione, tutte riforme che in larga parte coincidono con i cinque “pilastri” del seminario del Pd a Rieti. Zingaretti ha fretta di “aprire una nuova stagione di concretezza” partendo da parità di salario tra uomo e donna, sviluppo, crescita, lavoro e giustizia sociale. Presto però i nodi torneranno a intricarsi. A cominciare dalla revisione dei decreti sicurezza. Il Pd, uscito dalle regionali indubbiamente più forte rispetto al M5S, provera’ a incassare l’abolizione di Quota 100 e qualche ritocco al reddito di cittadinanza. Altro tema su cui il contrasto è inevitabile è il fisco, con Italia viva e M5S che puntano a rivedere le aliquote Irpef e il Pd che insiste per partire dal taglio del cuneo fiscale. C’è chi chiedera’ di avviare una nuova stagione di spending review e chi, come la capo delegazione di Iv, Teresa Bellanova, rilancerà il piano choc da 120 miliardi di Renzi. Altro dossier delicato rimane la questione della revoca delle concessioni ad Aspi. Sembra difficile che Bonafede, per quanto “dialogante” e in ottimi rapporti con Conte, non batta i pugni per la revoca delle concessioni ad Autostrade andando a scontrarsi con un approccio più soft del Pd. C’è poi la prescrizione, che però, almeno per questa sera, dovrebbe restare fuori dalla porta. Comunque, oOggi ci sarà una verifica, nessun rimpasto”, ha detto il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico d’Incà a proposito del vertice di governo in programma oggi pomeriggio.