Oms, dichiarata la situazione di emergenza globale: a rischio la salute pubblica

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La dichiarazione di ‘Emergenza Internazionale di Salute Pubblica’ (o Pheic, Public Health emergency of International Concern), proclamata questa sera per il coronavirus cinese, e’ usata dall’Oms per “un evento straordinario che costituisce un rischio di salute pubblica per diversi Stati attraverso la diffusione internazionale di una malattia, e che potenzialmente richiede una risposta coordinata a livello internazionale”. Ecco come si arriva a questa definizione, le cui procedure sono state definite nel 2005 proprio a seguito dell’epidemia di Sars.
I CRITERI: La definizione, spiega il sito dell’Oms, implica una situazione che sia “seria, improvvisa, inusuale o inattesa”.
che abbia “implicazioni per la salute pubblica al di la’ dei confini dello stato affetto” e che “richieda immediata azione internazionale”. La dichiarazione di per se’ non e’ legalmente vincolante per gli stati, ma ha lo scopo di alzare il livello di attenzione e il coordinamento internazionale. “E’ una sorta di allarme globale, spiega a Nature Lawrence Gostin della Georgetown University.
IL COMITATO: A decidere dell’eventuale dichiarazione e’ un comitato di esperti nominato dal direttore generale dell’Oms, che deve contenere almeno un membro dello stato da cui si origina l’emergenza. Nel caso del coronavirus cinese del comitato fanno parte 20 esperti, 15 come membri effettivi e 5 ‘advisors’, e il presidente e’ Didier Houssin dell’Agence Nationale de Securite’ Sanitaire, de l’alimentation, de l’environnement et du travail francese. Il comitato, oltre a decidere se un evento merita lo status di Pheic, formula le raccomandazioni per lo stato colpito e tutti gli altri, comprese eventuali restrizioni ai viaggi o ai commerci.
I PRECEDENTI: La prima dichiarazione di Pheic e’ stata fatta nel 2009 durante la pandemia di influenza ‘suina’. Nel 2014 hanno ricevuto lo status l’epidemia di polio e quella di Ebola, nel 2016 l’epidemia di Zika e nel giugno 2019 l’epidemia di Ebola in corso in Congo, dopo la scoperta di casi in Uganda.
Quest’ultima insieme a quella di polio e’ l’unica emergenza ancora attiva.

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