Rai, aperti ufficialmente gli archivi all’Università Cattolica di Milano

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Università Cattolica del Sacro Cuore e Rai Teche hanno firmato un accordo che mette a disposizione di studenti, ricercatori e comunità accademica dell’ateneo gli archivi digitali dell’azienda radiotelevisiva. Si tratta di oltre 70milioni di documenti indicizzati che comprendono programmi radiofonici e televisivi, telegiornali, fotografie, copioni, sceneggiature e palinsesti. Ci sono inoltre più di 2milioni di ore radio e tv, 40mila foto 10mila spot e migliaia di manifesti pubblicitari. Senza contare tutta la documentazione aziendale e riviste storiche come L’Approdo e RadiocorriereTv.

“Ringrazio la Rai per questa opportunità di collaborazione che consente di attingere a un giacimento culturale fondamentale per la comprensione della storia della seconda metà del Novecento e che sintetizza cultura alta e cultura popolare, strumenti e testi narrativi che ci raccontano il nostro Paese”, ha commentato il rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli. “Questo accordo s’inserisce nel solco di una tradizione culturale del nostro Ateneo che, grazie alla precoce intuizione di alcuni suoi maestri, ha dato un contributo pionieristico allo studio scientifico dei media e ha fatto sì che fosse luogo di formazione di operatori competenti e sensibili nella comprensione dei contenuti veicolati dai mezzi di comunicazione” ha aggiunto.

Anche Maria Pia Ammirati, direttore di Rai Teche, si è detta “felice di poter aprire le Teche Rai al mondo dell’Università Cattolica perché credo che sia compito del Servizio Pubblico fare cultura anche custodendo e mettendo a disposizione la propria memoria, che coincide con tanta parte della storia del nostro Paese e non solo”. In questo modo, ha aggiunto Ammirati, “docenti, studenti, ricercatori potranno riscoprire il racconto del passato fatto dalla Rai nelle sue diverse forme e nei suoi diversi generi e ‘studiare’ – attraverso la tv, la radio e tutti i documenti custoditi nel Catalogo Multimediale – i cambiamenti della società e dei suoi linguaggi”.

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