Coronavirus: Borsa di Milano a picco con l’Europa. Spread schizza a 145

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I timori legati all’espandersi del coronavirus fuori dalla Cina affossa le borse europee. E a guidarle è Milano (-4,7%) alla luce delle misure prese nel Nord Italia per limitare il contagio. Le vendite, considerando che i listini viaggiavano sui massimi, colpiscono un po’ tutti i settori con cadute sensibili nel lusso, turismo e commercio. Lo stop alle partite di campionato non aiutano la Juve (-9,6%), le prospettive nella moda penalizzano Ferragamo (-7,6%) e Moncler (-6,5%) e fuori dal paniere principale spiccano i cali di Autogrill (-12,8%), Ovs (-11,3%) e Fiera Milano (-9,4%). Argina la caduta soltanto Tim (-1,98%) con Inwit (-0,67%) grazie a Kkr più vicina.

La permanenza del ceo Jean Pierre Mustier al suo posto non sostiene Unicredit (-3,93%) ma fanno peggio Ubi (-5,3%) e Intesa (-5%) in una giornata non facile per i finanziari con lo spread Btp Bund salito a 144,6 punti.

La diffusione del coronavirus nel Nord Italia pesa anche sui titoli di Stato. Lo spread tra Btp Bund è schizzato a pochi minuti dall’apertura dei mercati a 145 punti base dai 134 della chiusura di venerdì scorso, con un tasso di rendimento per il decennale italiano dello 0,98%. I Btp fanno peggio dei titoli greci, a 139,8 punti base dal Bund, con un rendimento dello 0,93%.

Seduta negativa sui listini asiatici dove continuano a dominare i timori legati ai nuovi casi di coronavirus fuori dalla Cina. Proprio alla luce dei numeri Seul segna il peggior risultato con un tonfo del 3,87% seguita da Hong Kong (-1,63% e mercati ancora aperti) mentre fanno meglio i listini cinesi di Shanghai (-0,31%) e Shenzhen (+1,24%) per la percezione che l’espansione del virus stia rallentando nel Paese. Chiusa Tokyo per festività.

Oro in volata questa mattina sui mercati asiatici. Il diffondersi del coronavirus, i cui rischi sono stati riconosciuti anche dal G20, hanno spinto il metallo prezioso con consegna immediata a 1.678,58 dollari l’oncia, il massimo degli ultimi sette anni.

Crollano i prezzi del petrolio sui mercati asiatici dopo l’allerta lanciata dal G20 finanziario sul possibile impatto del coronavirus sull’economia globale. Il Brent, il greggio di riferimento europeo, ha perso il 3,3 per cento scendendo a 56,60 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate americano è arretrato del 3 per cento a 51,77 dollari al barile.

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