Coronavirus, voli dall’estero per Milano vuoti: British Airways li cancella

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Centinaia di viaggiatori e decine di gruppi in poche ore hanno cancellato le prenotazioni dei loro voli per l’Italia — soprattutto Milano, Bergamo e Venezia — o non si sono presentati negli aeroporti al momento dell’imbarco dei collegamenti per il Settentrione perché spaventati dalla diffusione del nuovo coronavirus. È quanto apprende il Corriere della Sera da cinque diverse fonti nelle compagnie, nelle agenzie di viaggio e negli scali italiani. I timori stanno avendo conseguenze anche sui voli nazionali — proseguono le fonti — dove tra domenica 23 febbraio e lunedì 24 in alcuni casi i velivoli sono decollati con il 90% in meno di passeggeri prenotati nelle tratte dal Centro-Sud alla Lombardia e al Veneto.

Meno flussi negli aeroporti

Il Nord Italia che ricorda un po’ la Cina. O quasi. Non solo per chi si trova all’estero, ma anche per chi ha acquistato un volo dal Centro e dal Sud del Paese che ha preferito o ricorrere ad altri mezzi di trasporto (l’auto, ma non il treno) oppure ha rimandato del tutto la trasferta di studio, lavoro o medica. Un bilancio ancora non c’è, ma dalle stime preliminari in ventiquattro ore i flussi dei passeggeri dall’estero (o dal Mezzogiorno) verso gli aeroporti del Settentrione sono calati anche del 55%. Ricadute sembrano essercene anche allo scalo di Roma Fiumicino. Non sembra, per ora, esserci un impatto nella direzione opposta, cioè in uscita dal Nord Italia.

Il calo dei prezzi

A confermarlo sono anche i prezzi. Ribassati — in alcuni casi crollati — negli ultimi giorni quelli delle rotte verso Milano, Bergamo, Venezia. Un volo di sola andata Londra-Milano prenotato il giorno prima della partenza, per esempio, è arrivato a costa 8 euro (tasse incluso), come ha potuto verificare il Corriere lunedì 24 febbraio. Le disdette dei viaggi verso il Nord Italia — a sentire alcune agenzie — riguarderebbero non solo i gruppi, ma anche le trasferte di lavoro di alcune grandi aziende internazionali, mentre in parallelo sono calate sensibilmente le prenotazioni in particolare per marzo.

La versione delle compagnie

Ufficialmente le compagnie aeree preferiscono non entrare nel merito. «Per il momento non vediamo un impatto significativo, le indicazioni delle autorità non sono cambiate ma chiaramente monitoriamo la situazione», replica easyJet al Corriere. «Per ora tutti i voli Ryanair stanno operando regolarmente. Ci atterremo scrupolosamente alle istruzioni impartite dalle autorità in tema di salute pubblica», aggiungono da Ryanair senza però voler rispondere se c’è stato o meno un impatto nei voli estero-Italia. Fonti di Alitalia sottolineano che anche i loro voli stanno operando regolarmente e fanno sapere che «stanno monitorando attentamente la situazione relativa all’andamento delle prenotazioni».

Il caso del volo Londra-Milano

Qualche ricaduta però si nota. Il volo British Airways BA564 Londra Heathrow-Milano Linate di lunedì mattina è dovuto tornare al gate subito dopo essersi staccato dal finger perché un passeggero — anche se una giornalista della tv americana NbcMolly Hunter sostiene siano stati tre — avrebbe chiesto di sbarcare perché spaventato dal nuovo coronavirus in Lombardia. L’aereo è poi partito con una ventina di minuti di ritardo. «Così come facciamo con tutti rispettiamo le scelte dei clienti che cambiano idea all’ultimo minuto sul loro volo», conferma un portavoce del vettore britannico senza entrare in dettaglio.

Israele: «Non recatevi in Italia»

Intanto dall’estero arrivano le prime indicazioni ufficiali. «Consigliamo agli israeliani di non recarsi in Italia», ha detto il ministro della Salute Yaakov Litzman durante una trasmissione radiofonica locale. «Stiamo verificando anche se l’Italia e l’Australia diventeranno Paesi i cui rimpatriati saranno messi in isolamento al loro arrivo in Israele. Non abbiamo timore di imporre la quarantena». Intanto la compagnia greca Aegean comunica con una nota che continua per ora a volare «anche in Italia» e spiega che quelli che hanno acquistato un volo fino al 20 marzo e vogliono posticipare la data «a causa della diffusione del coronavirus, possono farlo senza costi aggiuntivi».

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