Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha convocato le associazioni delle imprese e i sindacati per mercoledì 4 marzo a Palazzo Chigi sull’emergenza Coronavirus. Lo si apprende da fonti sindacali. L’appuntamento è alle 16. Nei giorni scorsi sindacati e imprese avevano scritto al premier una lettera in cui si chiedeva di lavorare per procedere a una rapida normalizzazione e far ripartire le attività ora bloccate.
LE MISURE DEL DECRETO – Esenzioni fiscali, computer per agevolare lo smart working della pubblica amministrazione, misure ad hoc per gli alberghi subissati dalle disdette: nel primo decreto “economico” che interviene sull’emergenza coronavirus arrivano i primi aiuti del governo per la zona rossa. Risorse nuove, poche. Ma, assicurano nel governo, nel secondo decreto che sarà varato la prossima settimana gli stanziamenti saranno “adeguati” ad affrontare gli effetti dell’epidemia. “L’Italia non si ferma, l’economia va avanti”, garantiscono, all’unisono, il premier Giuseppe Conte e il titolare del Mef Roberto Gualtieri.
Fra qualche ora, invece, arriverà la decisione del governo sull’eventuale apertura delle scuole nelle Regioni più colpite. E non è una decisione facile anche perché, almeno fino a tarda notte, nel governo regna la prudenza: riaprire gli istituti con i contagi che, per ora, continuano a crescere, potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Ma solo nella riunione ad hoc che si terrà nella sede nazionale della Protezione Civile l’esecutivo prenderà una decisione finale in un dpcm ad hoc. E, nel provvedimento, molto probabilmente si provvederà a distinguere le zone di contagio con tre colori, ciascuno per ogni densità dell’epidemia. E, per ciascun colore, ci saranno misure proporzionate. Nel frattempo il decreto sulle aree dei focolai che vede luce verde solo nella notte sospende le scadenze fiscali fino al 30 aprile per undici comuni, prevede sanzioni per le richieste di certificazioni (comparate a pratiche sleali) in merito al coronavirus per i prodotti agricoli italiani destinati all’export, sospende per tutto il settore alberghiero italiano dei pagamenti dei contributi previdenziali e delle ritenute fiscali. Inoltre cancella Iva e tasse per le donazioni di merci come abiti o computer, che saranno trattati con le stesse norme con cui si fa la lotta allo spreco alimentare. “E’ un primo segnale concreto”, spiega Gualtieri assicurando che il prossimo decreto si occuperà non solo delle zone rosse ma anche dei “settori produttivi più colpiti”. Il titolare del Mef anticipa in una conferenza stampa solitaria (sebbene fosse inizialmente prevista la presenza di tutti i ministri interessati dal decreto) i punti salienti del provvedimento. E cerca di spargere sicurezze, dentro e fuori l’Italia.
“Il Paese deve affrontare” l’emergenza “con determinazione, unità, serietà e anche fiducia”, sottolinea Gualtieri replicando a chi, come Matteo Salvini, chiede lo stop alle cartelle per tutto il Paese: “non è un’idea né saggia né utile”. Ma, sul decreto, la tregua maggioranza-opposizioni è destinata a rompersi. “Non dà risposte adeguate, FI è pronta a stravolgerlo”, avverte la capogruppo azzurra alla Camera Mariastella Gelmini. E intanto infuria la polemica sulla frase sui cinesi (“li abbiamo visti tutti i video con persone che mangiano topi vivi”) pronunciata in una tv locale dal governatore veneto Luca Zaia. “Si tratta di offese gratuite che ci lasciano basiti”, protesta, in un tweet, il portavoce dell’ambasciata cinese a Roma. E il M5S attacca. “Oggi Zaia, ieri Fontana. Quanti miliardi di danni valgono la vergognosa uscita del governatore veneto e lo scoordinato spettacolo in diretta Facebook con la mascherina del governatore della Lombardia”, sottolinea il capo politico Vito Crimi.