Piazza Affari scivola sotto il peso delle vendite che non risparmiano nessuno sul listino principale. Poste Italiane dopo i conti e soprattutto una visione positiva sul 2020 ha provato a resistere ma ha dovuto capitolare e ora cede l’1,4% mentre il Ftse Mib si appesantisce (-3% a 20.903 punti). Tra i peggiori Prysmian che ieri a mercati chiusi ha diffuso i conti, in linea con le attese, ma ha dato una visione incerta sull’anno in corso e questa mattina cede il 7,12 per cento. Azimut nonostante il miglior risultato della sua storia lascia il 6,4%, Unicredit sempre pesante cede il 4%. Le banche sono sottopressione con Ubi Banca in ribasso del 3,7%, Intesa Sanpaolo il 3,2%, Banco Bpm il 4,3 per cento. Mps, mentre si cerca la quadra per il rinnovo dei vertici, cede il 5%. Atlantia cede il 4,55% dopo le indiscrezioni su un’interruzione del tavolo con F21. Essilux a Parigi dopo i conti lascia il 2,28 per cento.
Tutte in terreno negativo le principali Borse europee in apertura di seduta. Londra cede l’1,5% a 6.606 punti, Francoforte il 2,09% a quota 11.694 punti, Parigi il 2% a quota 5.253.
Apertura in netto rialzo per per lo spread fra Btp e Bund tedesco. Il differenziale segna 184 punti, 9 in più rispetto ai livelli ieri in chiusura di giornata. Il rendimento del decennale italiano è pari all’1,12%.
Euro in calo in avvio dei mercati. La moneta unica passa di mano a 1,1232 dollari mentre sullo yen è a quota 118,52.
Tornano le vendite sui mercati azionari. In Asia sono i titoli finanziari e i gruppi delle materie prime a soffrire più degli altri, sempre sotto l’effetto dei timori per l’impatto dell’epidemia da Coronavirus. L’indice della regione ha perso il 3,4%, Tokyo ha lasciato il 2,7%, Hong Kong il 2,16%, Shanghai l’1,2%, Shenzhen lo 0,74 per cento. Seul ha perso il 2,16% e Sydney il 2,8% ai minimi degli ultimi 11 mesi.
L’impatto sull’economia mondiale del coronavirus continua ad abbattere i prezzi del petrolio con il Brent europeo che scende sotto la soglia dei 50 dollari e passa di mano a 49,46 dollari al barile. In ulteriore calo anche il Wti che dopo i crolli della vigilia perde ancora l’1% a 45,44 dollari al barile. Per oggi è attesa una decisione sugli ulteriori tagli di produzione proposti dai membri dell’Opec che vedono però la Russia contraria.