Coronavirus: l’esperta: “il contenimento sarà prolungato”

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Le misure di contenimento contro il coronavirus potrebbero durare a lungo perché il picco dei contagi non è dietro l’angolo: secondo una prima previsione teorica potrebbe arrivare a metà aprile in Lombardia, con ondate successive nelle altre regioni. Lo indica il modello sviluppato per la pandemia influenzale del 2009 e applicato alla Covid-19 da Stefania Salmaso, l’epidemiologa che allora era a capo del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Istituto superiore di sanità (Iss).

Cocktail micidiale per le Borse di tutto il mondo. Da una parte l’emergenza Coronavirus che non risparmia più nessun Paese con un boom di contagi in Europa e, dall’altra, la caduta del petrolio dopo il mancato accordo all’Opec+ con l’Arabia Saudita che, sfidando la Russia, ha deciso di aumentare la produzione e di tagliare i prezzi.

E l’emergenza in Italia ha portato anche il Tar a prendere delle misure. Nessuna udienza sarà celebrata, tranne quelle dedicate all’esame delle domande cautelari: da oggi al 22 marzo si ferma la giustizia amministrativa. Mentre dal 23 marzo al 31 maggio i vertici della giustizia amministrativa potranno predisporre misure organizzative “calibrate sull’evoluzione epidemiologica”, per evitare assembramenti negli uffici giudiziari. Intanto sino al 31 maggio le udienze pubbliche saranno celebrate a porte chiuse e l’obbligo del deposito di almeno una copia del ricorso in forma cartacea sarà sospeso.

Ed è protesta nelle carceri: caos in 27 istituti penitenziari da parte dei detenuti, alcuni dei quali chiedono l’amnistia a causa dell’emergenza Coronavirus. Gravi disordini si registrano nei carceri di San Vittore a Milano e di Rebibbia a Roma.

Alitalia ha sospeso da oggi l’attività su Milano Malpensa – La compagnia operava tre collegamenti: con le Maldive, Paese che ha chiuso i voli provenienti dall’Italia lo scorso 6 marzo; con Tokyo, volo già cancellato nei giorni scorsi; e con New York, entrambi operati comunque da Roma Fiumicino. In un comunicato, la compagnia spiega come la decisione si aggiunga “alle razionalizzazioni già effettuate nei giorni scorsi per il calo dei passeggeri dovuto alle misure restrittive e alla minore propensione agli spostamenti”.

Da Linate oggi 26 voli Alitalia, prima del virus erano 204 – Una delle compagnie che più hanno ridotto i voli in partenza e arrivo all’aeroporto di Milano Linate è Alitalia, compagnia che ha la sua base strategica proprio nello scalo cittadino. Ad oggi in partenza dall’hub cittadino per Alitalia sono rimasti, in totale, 26 voli. Prima dell’emergenza Coronavirus erano 204: una riduzione e razionalizzazione progressiva avviata già a fine febbraio con i primi casi italiani di Covid 19, a cui hanno fatto seguito restrizioni governative di altri Paesi, un calo di prenotazioni e in ultimo le ordinanze precauzionali del governo italiano. In particolare, da Linate Alitalia ha cancellato tutte le destinazioni internazionali (‘dirottate’ su Roma Fiumicino), e sono al momento confermati 2 voli al giorno andata – ritorno per Londra, Alghero, Cagliari, Bari, Brindisi, Lamezia Terme, Palermo, Catania, Napoli, Perugia e 3 voli andata – ritorno per Roma. Alitalia ha sospeso da oggi l’attività su Milano Malpensa, subito dopo l’arrivo del volo da New York AZ605, con atterraggio previsto alle 10.40.

Si lavora a ridurre deputati per voto Aula – Maggioranza ed opposizione lavorano alla Camera per un accordo informale per ridurre i deputati in Aula mercoledì, al voto sullo scostamento dal pareggio di bilancio. I gruppi, apprende l’ANSA da fonti di maggioranza, ridurrebbero proporzionalmente le loro presenze facendo arrivare in Aula 350 deputati, tutti del Centro e del Sud, che voterebbero la risoluzione (per l’ok serve la maggioranza assoluta, 315 sì). La votazione si prolungherebbe per 15 minuti per fare stare in Aula contemporaneamente meno deputati possibile.

L’ORDINANZA DEL VIMINALE

Il coronavirus, dalle origini al vaccino

IL BILANCIO IN ITALIA – Con 133 morti in un solo giorno l’Italia fa segnare un bilancio a ieri di 366 vittime per coronavirus, e diventa il secondo al mondo dopo la Cina, ma anche nuove polemiche politiche: la chiusura della Lombardia e di 14 province del nord decisa nottetempo dal governo, ma soprattutto la modalità con cui è stata comunicata, ha scatenato lo scontro tra i governatori del centrodestra e il premier Giuseppe Conte. Scontro che si è tentato di ricucire con una videoconferenza durata gran parte del pomeriggio, alla fine della quale è stata varata una nuova ordinanza di Protezione Civile, valida per tutte le Regioni, che ha spiegato alcuni punti rimasti non chiari del Dpcm, in particolare la libertà del transito delle merci e dei lavoratori e uffici pubblici aperti anche nelle “zone chiuse”. Una “nuova fase con regole omogenee per tutti”, ha chiarito il ministro Francesco Boccia. “Questo è il momento della responsabilità, da parte di tutti. Questa battaglia si vince solo con l’impegno di ognuno di noi”, ha scritto in serata su Instagram Conte, rilanciando anche quanto detto nella conferenza stampa a Palazzo Chigi.

“Non c’è una parte d’Italia completamente immune, ci sono parti d’Italia dove al momento il virus circola meno. Dipende dai nostri comportamenti quanto circolerà”, ha spiegato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro ribadendo l’importanza cruciale delle “misure di distanziamento sociale”. “Non è che se uno si sposta il tema cambia”, ha detto rispondendo sull’esodo di ieri sera dal nord Italia. “Al momento non mi sento di fare previsioni” su quando si raggiungerà il picco dell’epidemia di coronavirus in Italia e sull’evoluzione della malattia nel nostro Paese. Così Silvio Brusaferro dell’Iss in conferenza stampa alla Protezione civile a Roma.

Ecco chi e come si potrà spostare. Il decreto in pillole

Le regioni del Sud hanno chiesto l’isolamento domiciliare per chi viene dalle zone rosse del Nord: a prendere questa posizione Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata. Anche il Lazio ha firmato un’ordinanza che impone la sorveglianza per chi arriva dalle ‘zone rosse’ con l’obbligo di comunicazione al numero verde e di permanenza domiciliare. Otto presidenti di Regione (Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto, Liguria, Sardegna, Sicilia, Abruzzo, Umbria e delle Provincie autonome di Trento e Bolzano.) chiedono un tavolo di confronto con il governo.

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