Coronavirus, da Roma a Napoli: città vuote ma vive

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All’indomani del nuovo decreto che inasprisce le misure per fronteggiare il coronavirus, come si presentano le città italiane? L’appello inviato da più parti a stare a casa se non necessario sta funzionando? Ecco una panoramica, città per città.

GENOVA  – Poche persone in strada, poco rumore, esercizi commerciali semi vuoti. Nel primo giorno di Italia ‘blindata’ per difendersi dal coronavirus, Genova vive il giorno feriale come se fosse una domenica mattina.

TRIESTE – Una Trieste vuota, ma non del tutto: così appare il capoluogo del Friuli Venezia Giulia nel giorno in cui l’Italia intera diventa zona rossa per contrastare la diffusione del coronavirus. Nelle piazze e lungo i marciapiedi i passanti continuano a circolare alla spicciolata. Chi portando buste della spesa, chi impegnato in altre necessità. Qualcuno passeggia con il cane. Deserti invece i bar, soprattutto quelli del centro. Vuoti, salvo qualche eccezione, i tavolini all’esterno dei locali di Piazza Unità d’Italia, pochi gli avventori al bancone.

FIRENZE  – Negozi del lusso aperti nel centro di Firenze, anche se poca gente circola nelle vie mentre da giorni sono nettamente calati i turisti. E’ così nelle strade presidiate dai grandi marchi del lusso, via Tornabuoni, via Strozzi, via Roma e le strade limitrofe. Le luci delle vetrine dei negozi sono accese e il personale è pronto ad aspettare i clienti, ma molti esercizi, diversamente dal solito, appaiono poco frequentati, almeno in queste ore. Negozi aperti anche nelle zone semicentrali di Firenze.

ROMA – Poche auto ferme ai semafori, bar e uffici postali semivuoti come anche gli autobus, aree giochi deserte in diversi parchi della città e tra i banchi dei mercati rionali sono comparse guanti e mascherine. Semivuoti anche alcuni bar nella zona universitaria. Più frequentati i supermercati e mercati rionali. Bar, ristoranti e tabacchi aperti regolarmente nella zona di San Pietro, dove però sono pochissimi i turisti. Anche nella zona centrale di Roma i turisti sono poco numerosi.

QUI TORINO  – Al bar di via Carlo Alberto ci sono due tavolini contro il banco della cassa: “Mi servono per non fare avvicinare la clientela”. Mentre il pavimento del Carrefour di via Cavour è rigato dai nastri adesivi: “Mantenere un metro di distanza”. Il centro storico di Torino si prepara ad affontare la sua prima giornata di “zona protetta” nella partita con il Coronavirus.

QUI PESCARA – Pescara oggi è una città spettrale. Il capoluogo adriatico, solitamente alle prese con un traffico in alcune ore del giorno soffocante, e con migliaia di persone per le strade, questa mattina appare desolatamente deserto, complice ovviamente anche la chiusura di scuole e università. Traffico scarso, autobus urbani semi vuoti, e pochi pedoni.

AOSTA – Bar e ristoranti semivuoti ma lunghe code ai supermercati. Così si è svegliata Aosta nel giorno in cui l’Italia intera è diventata zona protetta. Praticamente deserto il mercato settimanale che propone soprattutto abbigliamento, tanto da costringere i pochi ambulanti presenti a ritirare la merce nei furgoni già da metà mattina. All’ingresso dei supermercati del centro e degli ipermercati alle porte della città i clienti devono fare i conti con gli accessi contingentati, che consentono il rispetto del decreto del governo. I responsabili dei punti di vendita assicurano che i rifornimenti avvengono regolarmente ma la corsa ad accaparrarsi generi alimentari non si ferma. E le file per entrare sono di parecchi metri. Alcuni bar e ristoranti hanno già chiuso nei giorni scorsi, altri lo faranno nei presto. Con il turismo praticamente azzerato e le scuole chiuse c’è chi ha visto crollare gli incassi e preferisce fermarsi per qualche tempo, ma anche chi non può garantire le distanze necessarie per legge.

PALERMO – Situazione complessivamente tranquilla a Palermo. Bar e negozi sono aperti, i servizi pubblici funzionano regolarmente e l’unica “novità” è rappresentata dal traffico che scorre senza particolari intoppi lungo le strade principali della città. Anche nel carcere dell’Ucciardone, teatro durante la notte di una rumorosa protesta da parte dei detenuti che hanno sbattuto contro le sbarre oggetti di metallo e hanno anche dato fuoco a lenzuola e carte dalle finestre delle celle, la situazione è tornata alla normalità.

BOLOGNA – Bologna si è risvegliata in zona rossa: anche se fino a ieri non lo era, era un po’ come se lo fosse stata, visto che le province intorno erano già comprese nel decreto precedente. La città è svuotata, ma non si è spenta, poca gente in giro, ma non il deserto.

NAPOLI – File di quasi un’ora per entrare al supermercato – anche per rispettare la distanza di un metro tra gli utenti – tante richieste di bicchierini monouso per degustare il caffè al bar, volti coperti da mascherine e anche qualche signora dal coiffeur. Napoli si è risvegliata così dopo che tutta l’Italia è diventata ‘zona rossa’ per l’emergenza Coronavirus.

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