Coronavirus, funziona farmaco anti-artrite: migliorano le condizioni di un malato

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Subito un protocollo nazionale per estendere l’impiego di Tocilizumab, farmaco anti-artrite, nei pazienti contagiati da coronavirus e in condizioni critiche. Lo chiede l’oncologo Paolo Ascierto, del Pascale di Napoli. “Il farmaco ha dimostrato di essere efficace contro la polmonite da Covid-19” ha dichiarato. A Napoli, spiega, “sono stati trattati i primi 2 pazienti in Italia, in 24 ore la terapia ha evidenziato ottimi risultati e domani sarà estubato uno dei 2 pazienti perché le sue condizioni sono migliorate. Ieri, abbiamo iniziato il trattamento su altre due persone e oggi ne tratteremo altre due”. Ok veloce a farmaci promettenti, ecco le possibili cure Via libera immediato in Italia a tutte le possibili terapie promettenti contro il nuovo coronavirus.  L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha infatti attivato, in  collaborazione con l’Ema, l’ente regolatore europeo dei medicinali,  una ‘fast track’, un iter veloce che consente, nel caso vengano alla  luce dati su nuovi farmaci efficaci per combattere Covid-19, di  approvarne l’uso negli ospedali in poche ore. I requisiti sono la  disponibilità di dati sulla sicurezza dell’impiego nell’uomo, ricorda  l’Aifa. Ma quali sono al momento i medicinali con le carte in regola per fare la differenza nel trattamento dei pazienti affetti da Covid-19?  Favilavir è stato il primo farmaco approvato dalla National Medical  Products Administration of China ed è un antivirale che ha mostrato  una buona efficacia con minimi effetti collaterali, in un trial clinico su 70 pazienti a Shenzhen. Un farmaco per Ebola sviluppato da  Gilead Sciences, remdesivir, sembra fra i candidati più promettenti  contro il nuovo coronavirus, già usato per molti pazienti nel mondo,  Italia inclusa: è ora in fase di sperimentazione ufficiale in due  studi clinici randomizzati di fase III in due paesi asiatici e negli  Usa e i risultati dovrebbero essere disponibili nelle prossime  settimane. La Cina ha inoltre approvato l’uso di Actemra* (tocilizumab) di Roche per il trattamento di gravi complicanze legate al coronavirus. Questo anti-artrite pare abbia la capacità di prevenire l’esplosione delle citochine come reazione del sistema immunitario, considerata una delle ragioni dell’insufficienza d’organo che porta alla morte alcuni pazienti con coronavirus. Il medicinale è anche in fase di valutazione in uno studio clinico in Cina, ed è stato adottato in Italia, a  Napoli, dove è stato somministrato a due pazienti ricoverati  all’ospedale Cotugno.  Ci sono poi i farmaci contro l’Hiv, che si stanno rivelando parte integrante della cura di Covid-19, facendo parte dei  ‘cocktail’ di prodotti somministrati anche ai pazienti italiani. La  combinazione è stata inserita nella lista dei medicinali essenziali  dell’Organizzazione mondiale della sanità: si tratta dell’inibitore  della proteasi dell’Hiv lopinavir, impiegato insieme al simile  ritonavir. Janssen, una consociata di Johnson & Johnson, ha donato il  suo farmaco darunavir per l’uso in attività di ricerca volte a trovare un trattamento per Covid-19: è un inibitore della proteasi di cui rapporti aneddotici suggeriscono una potenziale attività antivirale  contro il nuovo coronavirus. Anche il farmaco antivirale galidesivir (Bcx4430) di BioCryst Pharma  ha mostrato un’attività ad ampio spettro contro una vasta gamma di  agenti patogeni, incluso il coronavirus. E’ un inibitore nucleosidico  dell’Rna polimerasi che interrompe il processo di replicazione virale. Ha già mostrato benefici in termini di sopravvivenza nei pazienti affetti da Ebola, Zika, Marburg e la febbre gialla. Galidesivir è attualmente in fase di sviluppo avanzato. Come ricorda anche la  Società italiana di farmacologia (Sic), è stata autorizzata anche la  combinazione di ribavirina (che inibisce la sintesi di Rna) con gli  inibitori della trascrittasi inversa emtricitabina e tenofovir  alafenamide fumarato, che hanno un grande successo con il virus  dell’Hiv. Ci sono però pareri contrastanti e ci sono scienziati per i quali sarebbe opportuno evitare farmaci che si sono dimostrati attivi su altri virus, ma il cui bersaglio ha una rilevanza bassa nel Covid-19,  come ad esempio la trascrittasi inversa, evidenziando che il  coronavirus non ha una particolare predisposizione a usare questi  bersagli farmacologici per i suoi processi vitali. Nondimeno ci sono studi clinici con questi farmaci (Baloxavir Marboxil, Oseltamivir e  Umifenovir) che presumibilmente daranno il loro responso per il mese di maggio.

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