Coronavirus, i rifiuti ospedalieri diventano energia

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Fra tamponi faringei, guanti in lattice e mascherine nell’ultima settimana sono aumentati del 20% i rifiuti ospedalieri a rischio infettivo ma le aziende che si occupano della gestione stanno riuscendo a “garantire, a tutto il sistema sanitario nazionale, servizi adeguati, pur nel contesto di straordinaria emergenza” assicura Lucia Leonessi, direttore generale di Confindustria Cisambiente a cui fanno capo le imprese del settore ecologia e igiene ambientale. E tra i suoi associati c’è Eco Eridania spa, primo operatore europeo nella gestione dei rifiuti sanitari (sua attività prevalente), che ne raccoglie la gran parte nel mercato italiano “in tutta sicurezza e applicando l’economia circolare, cioè dalla raccolta del rifiuto alla sua trasformazione fino al riutilizzo”, spiega il presidente di Eco Eridania, Andrea Giustini. Un ringraziamento “a tutti gli attori della gestione ambientale per la loro professionalità e abnegazione” è arrivato dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa secondo il quale “a loro deve andare la gratitudine di tutti i cittadini”.

“Su 150-200mila tonnellate di rifiuti speciali prodotti all’anno in Italia fra pubblico e privato, ne gestiamo la metà di cui 70-80mila finiscono nei nostri impianti” spiega Giustini in una conversazione con l’ANSA. L’azienda ha 1.500 dipendenti e 800 camion, 23 sedi su quasi tutto il territorio nazionale per un fatturato di circa 200 milioni all’anno che arriva in prevalenza dalla gestione dei rifiuti speciali, di origine sanitaria e industriale. Si occupa di raccolta, trasporto, stoccaggio e smaltimento dei rifiuti presso impianti di proprietà o convenzionati. Il portafoglio clienti ha una notevole componente pubblica, costituita da Asl e Aziende Ospedaliere acquisite tramite gare pubbliche, e un consistente patrimonio di clienti privati.

In questo periodo di emergenza coronavirus, gli operatori “sono sotto sforzo per l’aumento del lavoro, visto che i rifiuti ospedalieri sono aumentati del 20%, ma riescono a tenere il passo con l’emergenza. E come ringraziamento – dice Giustini – abbiamo stipulato per tutti un’assicurazione con le Generali per i rischi da coronavirus per il 2020 in modo che possano avere vari riconoscimenti, anche i rimborsi per spese di baby sitter”.

Il presidente di Eco Eridania assicura che i rifiuti sanitari, “pericolosi perchè potenzialmente infetti per la loro provenienza, vengono trattati con una rigida procedura: sono messi in sacchi e poi in contenitori che vengono raccolti e portati in impianti dedicati e autorizzati a smaltire questo genere di rifiuti”. In Italia ce ne sono una ventina fra pubblico e privato di cui sei sono di Eco Eridania che ne gestisce anche altri tre-quattro. In sintesi, questi rifiuti finiscono nei forni, cioè nei termovalorizzatori, dove vengono bruciati producendo energia che viene immessa nella rete. Mentre i contenitori sono riutilizzabili dopo la sanificazione; quando invece sono in condizioni di dover essere distrutti finiscono nell’impianto di Eco Eridania dove vengono bruciati producendo energia fabbricare altri contenitori sempre nello stesso impianto.

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